I funzionari del governo del Kosovo spendono milioni di euro in cene, benzina e viaggi. Lo rivela un rapporto reso noto dai giornalisti di BIRN. Le note spese fuori controllo stanno creando un serio problema alle finanze della provincia sotto amministrazione internazionale
Di Arbana Xharra*, Pristina, per BIRN, Balkan Insight, 11 ottobre 2006 (titolo originale: “Kosovo Report Lifts Lid on Officials' Lavish Lifestyle”)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
I funzionari del governo del Kosovo sperperano ogni anno milioni di euro in telefonate, benzina, cene ed altre voci di spesa non essenziali: questo stando ad un rapporto, non pubblicato, del ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il Kosovo ha un bilancio annuale inferiore ai 700 milioni di euro, con cui deve coprire ogni aspetto dell’amministrazione di circa due milioni di persone.
Balkan Insight ha ottenuto accesso a quelle sezioni del rapporto governativo che mostrano come funzionari e membri del parlamento e del governo hanno speso milioni di euro nei primi sei mesi dell’anno, unicamente in traffico di telefonia mobile, carburante e servizi di manutenzione (per automobili appena acquistate) e cene ufficiali.
I funzionari hanno speso più di 8,3 milioni di euro in carburante nella prima metà del 2006, e più di 2,5 milioni in traffico telefonico sui loro cellulari. Il conto per cibo e bevande supera i 4,5 milioni di euro.
La manutenzione delle automobili costa al Paese 2 milioni di euro, benché in maggior parte queste auto ufficiali siano pressoché nuove, essendo state acquistate nel 2003 e nel 2004.
In viaggi all’estero di funzionari governativi sono svaniti milioni di euro, fagocitati dai rimborsi spese giornalieri.
Evidentemente i funzionari governativi hanno tutti i diritti di sostenere spese legittime, ma la maggioranza degli analisti ritiene che l’attuale livello di queste spese sia davvero troppo alto per un governo che dispone di così poco denaro.
A loro avviso, lo stile di vita relativamente dispendioso che i funzionari richiedono sta stornando fondi da altre priorità, come lo sviluppo economico.
Il Kosovo ha un bilancio indipendente dal 1999, quando la NATO costrinse le autorità serbe a ritirarsi dal territorio, e venne costituita una amministrazione internazionale.
Inizialmente, le entrate finanziarie consistevano quasi esclusivamente di aiuti internazionali.
Ma a partire dal 2002, le Istituzioni provvisorie di autogoverno, PISG, hanno consolidato le loro entrate, traendo il 70 per cento del loro budget di 700 milioni di euro dai dazi doganali e da un’imposta sul valore aggiunto del 15 per cento.
Ma l’accresciuta indipendenza finanziaria ha creato anche maggiori opportunità per un cattivo utilizzo dei fondi – e ha alimentato la tentazione di arrivare al deficit di bilancio.
Dal 2000 al 2004, il governo è riuscito a mantenere il bilancio in attivo di circa 150 milioni di euro ogni anno.
Ma c’è stato deficit di bilancio in diversi settori nel 2005, il che ha suscitato critiche da parte delle organizzazioni monetarie internazionali.
Marc Auboin, rappresentante in Kosovo del FMI, ha criticato le spese sostenute dai funzionari kossovari e ha dichiarato a Balkan Insight che il governo correva il rischio di incorrere in un deficit sempre più grave.
"Devo avvertire che il prossimo anno ci saranno pesanti vincoli di bilancio", ha anticipato Auboin. "Fino ad ora, gli investimenti in capitale non sono stati una priorità per i funzionari di governo".
Auboin ha continuato dicendo che i Paesi esteri non continueranno a sovvenzionare il Kosovo indefinitamente, se si vedrà che i suoi stessi funzionari sperperano il denaro.
"La comunità internazionale ha accettato di finanziare il deficit di bilancio nel 2007", ha detto, "ma ciò che accadrà in futuro dipende ora dalle politiche che il governo, in piena autonomia, vorrà decidere".
Avvertimenti e critiche hanno causato irritazione nelle più alte sfere di governo.
Gli esponenti di governo addebitano in parte la colpa delle alte spese ai loro predecessori.
Avni Arifi, consigliere del primo ministro, Agim Ceku, ha detto che il governo sta combattendo “le alte spese ereditate da governo precedente".
Haki Shatri, ministro delle Finanze, ha negato che i funzionari stiano sperperando risorse in lussi inutili.
"Il budget del Kosovo viene speso secondo quanto pianificato, e tutte le spese preventivate saranno coperte", ha sostenuto.
Sherif Konjufca, portavoce del parlamento kosovaro, ha aggiunto che le spese ufficiali ora stanno calando: "Tutto ciò che posso dire è che le spese sono diminuite, rispetto all’anno scorso".
Ma alcuni analisti locali sostengono che gli avvertimenti del FMI sono assolutamente giustificati.
Muhamet Sadiku, analista economico, ha detto di essere preoccupato dall’utilizzo che il governo fa del denaro di cui dispone, e dall’apparente incapacità di indirizzare le risorse verso investimenti in capitale.
"Solo il 20 per cento del budget è stato speso in investimenti in capitale", ha detto Sadiku. "Il governo dovrebbe immediatamente stabilire le sue priorità di spesa".
Besim Beqaj, presidente della Camera di commercio kosovara, ha anch’egli espresso preoccupazione per l’apparente mancanza di investimenti in campo capitale.
I partiti di opposizione sono stati, com’era prevedibile, aspri sul tema delle note spese dei funzionari.
Bajrush Xhemajli, parlamentare del principale partito d’opposizione, il Partito democratico del Kosovo, PDK, ha detto che bisogna individuare dei responsabili.
"È illogico permettere che si spendano milioni in lussi", ha detto. "Questo cattivo utilizzo dei soldi dei contribuenti è inaccettabile".
Genc Gorani, del più piccolo partito di opposizione ORA, ha descritto le ultime spese come "scandalose". "Queste persone stanno abusando dei soldi del bilancio del Kosovo dovrebbero essere individuate e perseguite legalmente", ha detto.
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Arbana Xharra è giornalista per Koha Ditore e collaboratrice regolare di Balkan Insight. Balkan Insight è la pubblicazione online di BIRN