Il restauro della chiesa armena dell'isola di Akdamar, la provocazione delle autorità e la proposta di Hrant Dink, “per restaurare anche le nostre anime spossate”. La posizione delle minoranze in Turchia nella voce del giornalista assassinato a venerdì a Istanbul
La chiesa di Santa Croce nell’isola di Akdamadar, lago di Van
Di: Hrant Dink, per Birgun e ripubblicato da Milliyet, 19 gennaio 2007
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Fabio Salomoni
Ricordiamoci della notizia: la cerimonia di inaugurazione dei restauri della chiesa armena dell'isola di Akdamar è stata rinviata per la terza volta. La scorsa settimana, in un comunicato, la prefettura di Van ha fatto sapere che la riapertura della chiesa e dell'isola al turismo avverrà l'11 aprile prossimo. La cerimonia d'inaugurazione sarà organizzata dalla prefettura di Van e dal ministero della Cultura.
Dieci anni fa mi ero rivolto alle autorità di Van. “Per attirare il turismo invece di cercare di inventarvi il mostro del lago occupatevi delle opere d'arte che vi stanno davanti al naso - sostenevo. Che bisogno c'è di perdere tempo con stupidaggini simili? Van è un tesoro dal punto di vista artistico. Perché non pensate da persone serie di mettervi a un tavolo per dire: E se facessimo restauri in questa regione? - E anche se poi arrivassero degli armeni, che vengano, che possano vedere i luoghi dove hanno vissuto i loro antenati, che male ci sarebbe?”
E avevo anche detto: “Se c'è bisogno di aiuto noi siamo pronti. Gli armeni di Turchia e della diaspora sono pronti a venire come volontari, siamo ai vostri ordini, sappiatelo! Venite, restauriamo non solamente la chiesa ma anche le nostre anime spossate”.
Finalmente dopo una lunga attesa i restauri di Akdamar sono stati completati. Noi avremmo voluto che armeni e turchi lavorassero insieme ma purtroppo non è andata così.
In ogni caso siamo profondamente debitori a Cahit Zeydanli per il suo meticoloso lavoro, si è consultato con esperti provenienti dall'Armenia ed anche con l'architetto Zakarya Mildanoglu, armeno di Turchia. Hanno fatto del loro meglio ed hanno realizzato qualcosa di splendido.
Loro hanno fatto grandi cose ma poi politici e burocrati si sono immischiati nella faccenda e l'inaugurazione non si è potuta realizzare.
Una prima volta l'inaugurazione prevista per il 4 novembre 2006 è stata rimandata a causa del maltempo e poi si è rinviato tutto ad aprile, il 24, come ha precisato il ministro della Cultura Atilla Koc. Le reazioni non si sono fatte attendere. Il patriarca armeno Mutafyan ha fatto sapere che nel caso in cui l'inaugurazione sarà il 24 aprile nessun armeno potrà partecipare.
La scorsa settimana la questione è arrivata fino in parlamento. Il deputato del CHP [Cumhurriyet Halk Partisi, Partito Repubblicano del Popolo, ndt] Erdal Karademir ha chiesto se la scelta del 24 aprile, anniversario del genocidio armeno, fosse un riflesso della politica del partito AKP [Adalet ve Kalkinma Partisi, Partito della Giustizia e dello Sviluppo, ndt].
La stampa nazionalista dal canto suo ha presentato in prima pagina l'avvenimento come "L'inaugurazione della vendetta a Van".
Si è riusciti a a trasformare qualcosa di positivo in un errore, una vera farsa, un disastro.
Il governo sulla questione armena non ha ancora assunto una posizione ed una strategia netta. La sua preoccupazione non è risolvere il problema ma guadagnare punti come un lottatore impegnato in un'arena, come e cosa fare solo in funzione delle conseguenze che avrà sull'avversario, tutto qui.
Non sono per niente credibili.
Invitano gli storici armeni alla discussione ma non si fanno scrupoli nel processare qualcuno che sulla questione del genocidio sostiene posizioni diverse da quelle ufficiali.
Restaurano la chiesa armena per attirare turisti nell'Anatolia Orientale, ma non vedono nessun problema nel preoccuparsi di come ricavarne dei vantaggi politici
E adesso, attenzione!
C'è la possibilità che dopo il cambio di data a seguito delle proteste del patriarca tutta la storia si trasformi in una tragedia, perché è venuto fuori che la data del 11 aprile non è altro che il 24.
Cioè l'11 aprile del 1915 corrisponde al 24 aprile dell'attuale calendario. Del resto la data del 24 aprile è entrata nella storia armena solo successivamente, e fa riferimento al nuovo calendario.
La vera data in cui sono stati arrestati intellettuali e notabili armeni è l'11 aprile 1915. Adesso c'è un problema: “Dopo aver cambiato già una volta la data, modificheranno anche l'appuntamento del 11 aprile?”
Se volete possiamo formulare la domanda in questo modo: “Siete sicuri? E' la vostra ultima decisione?”