Tuzla
Dalla Serbia parte un mandato di estradizione per tre cittadini di Tuzla accusati di crimini di guerra, tra i quali figura anche l’ex sindaco della cittadina bosniaca Selim Beslagic, noto per la sua avversione al nazionalismo. In molti credono ad una montatura ben orchestrata
Di Vehid Jahić, 16 giugno 2007, Oslobodjenje, (tit. orig. Nakon privođenja Bešlagića i još dvojice Tuzlaka)
Traduzione a cura della redazione di Osservatorio Balcani
La convocazione presso il Tribunale della Bosnia Erzegovina di Selim Beslagic, Enver Delibegovic e Budimir Nikolic ha messo in subbuglio quasi tutti i cittadini di Tuzla. La magistratura della Serbia ha richiesto la loro estradizione a causa di supposti crimini di guerra relativi al 1992, quando si arrivò ad uno scontro armato tra i difensori di Tuzla e la colonna della JNA [Esercito jugoslavo, ndt.], che fino a quel momento aveva occupato la maggior parte della BiH. Nell’accusa si sostiene che fu attaccata una colonna disarmata e che furono uccisi circa 200 soldati della JNA.
Dopo l’interrogatorio, i fermati hanno fatto ritorno alle loro case perché non esiste una motivazione valida per la loro estradizione. Selim Beslagic, che è pure deputato presso la Camera dei rappresentati della BiH, avrebbe potuto appellarsi all’immunità parlamentare ma non lo ha fatto.
Selim Beslagic
“La polizia ha informato correttamente sul perché bisogna che mi arrestino, così come per Delibegovic e Nikolic. So che le accuse dei satrapi di Milosevic sono nebulose e per questo motivo non ho avuto timore di confrontarmi col Tribunale. Il nostro caso dimostra che il governo della Bosnia Erzegovina non difende abbastanza i suoi cittadini. La Serbia e la Croazia lo fanno meglio della BiH. Loro hanno firmato un accordo tale che ognuno processa i propri criminali. Noi bosniaco erzegovesi possiamo essere processati da entrambi i nostri vicini, nonostante dalla Bosnia non ci sia mai stato alcun attacco armato contro i vicini. Dopo questi arresti, noi che siamo cosiddetti sospettati non possiamo attraversare la frontiera della BiH perché ogni paese può consegnarci alla Serbia”, commenta Selim Beslagic.
La maggior parte degli abitanti di Tuzla crede che i sospetti sul fatto che a Tuzla siano stati commessi crimini di guerra siano basati su costruzioni del KOS [intelligence militare della JNA, ndt.]. Già nel 1993 la magistratura di Milosevic aveva avviato questa iniziativa. Nell’accusa era coinvolta la polizia di guerra di Karadzic, e poi hanno proseguito le forze di polizia di tutti i presidenti della Republika Srpska, fino a Dodik.
Prima dell’accusa proveniente dalla Serbia, ci aveva provato la magistratura della RS a Bijeljina. Quando non ci sono riusciti, allora il “fratello maggiore” di Belgrado ha avviato la sua macchina. I seguaci ideologici di Milosevic cavalcano la questione della Brcanska malta, a prescindere dal fatto che il Tribunale dell’Aja abbia trasferito questo processo all’ideologico tribunale balcanico. Il processo è stato trasferito perché non ci sono prove che mostrino l’esistenza di crimini.
Di questo parlano i cittadini di Tuzla meglio informati.
“Non desidero entrare nei dettagli dell’accusa, ma desidero dire che tutto ciò è basato su note falsità. Noi sulla base di documenti, ricerche e contatti con le fonti serbe abbiamo confermato che nella battaglia per la Brcanska malta furono uccisi 49 soldati della JNA e quattro difensori della città. C’erano circa 70 feriti.
Quello che vi sto dicendo lo ha detto anche Milosevic all’Aja. Tuttavia all’attuale governo serbo serve un’esibizione e non la verità. La Serbia pare che desideri creare in modo artificiale l’impressione di un equilibrio tra i crimini commessi, ma questo non è possibile. Perché in Serbia sollevano accuse sulla base di notizie giornalistiche. Tutto ciò non è serio”, ci ha detto Sinan Alic, direttore della Fondazione “Verità, giustizia e riconciliazione” di Tuzla.
Una parte dei cittadini di Tuzla ritiene che i sospetti di crimini di guerra siano un colpo alla multiculturalità di Tuzla, che è stata il leitmotiv dell’amministrazione prima, durante e dopo la guerra.
“Le accuse e gli arresti sono senza senso. Il governo di guerra di Tuzla si occupò dei feriti della colonna e li lasciò andare a casa. Difesero i diritti umani di tutti i cittadini. Difesero la multiculturalità e l’immagine della Bosnia. Difesero le fondamenta della civiltà e adesso non sono inclini alla schematizzazione nazionale dei Balcani.
Solo a Tuzla si dice che i crimini di guerra furono commessi da bosgnacchi, serbi e croati e altri. Nell’ex Jugoslavia i crimini furono commessi da gruppi mononazionali contro altri gruppi nazionali. Si vuole accusare per crimini gli abitanti di Tuzla perché non sono scivolati nell’abisso della politica nazionalista”, ci ha detto Zdravko Djuranovic.
L’ordine dalla Serbia per l’arresto dei tre di Tuzla può essere un insegnamento anche per la magistratura della BiH. Alcuni abitanti di Tuzla ci hanno proposto di suggerire alla magistratura della BiH di rivolgere un'accusa contro Vojislav Kostunica, il premier serbo, che si fece filmare con la coccarda cetnica sulla linea del fronte della BiH mentre apriva il fuoco con un kalasnikov sui cittadini della vicina Bosnia Erzegovina. Dopo di che, anche lui potrebbe essere consegnato all’Interpol.