Speranze di mercato
16.01.2008
Da Pristina,
scrive V. Kasapolli
'50 cents' a Pristina
In Kosovo finisce il monopolio pubblico sulla telefonia mobile. La "Ipko Net", controllata da "Telekom Slovenije", entra nel mercato suscitando grandi aspettative di prezzi più agevoli e servizi migliori. Sulla procedura di assegnazione della licenza, però, restano aperte molte domande
Il 17 dicembre 2007, un mese esatto dopo le elezioni politiche di novembre, sarà ricordato a Pristina per il concerto di “50 cents”, star mondiale della musica hip-hop, un avvenimento davvero fuori dal comune per la città, abituata ad un''agenda culturale particolarmente povera. Questo giorno, d'altra parte, sarà ricordato in Kosovo anche nel campo economico, perché segna la fine del monopolio pubblico nel settore della telefonia mobile.
Il concerto di “50 cents”, infatti, è stato organizzato dalla compagnia “Ipko Net”, nel giorno del suo ingresso come operatore di telefonia mobile sul mercato kosovaro. Nel primo giorno di attività, la “Ipko Net” si è già assicurata almeno 25mila clienti, grazie alla promozione che garantiva un biglietto gratuito per il concerto a chi ha sottoscritto un abbonamento alla nuova rete.
I giovani sono evidentemente il primo target a cui punta il nuovo operatore. “Spero che i prezzi offerti saranno economici, così potrò usare di più il cellulare in caso di bisogno”, ha commentato Durim, 26 anni, che fa il commesso alla periferia di Pristina. Anche per Arta, 22 anni, “la campagna di promozione sembra promettente, con il concerto e i pacchetti offerti”.
E' “economico” la parola chiave, in Kosovo, quando si parla di comunicazione mobile. La regione, una delle più povere in Europa, ha avuto fino ad oggi le tariffe più care di tutto il continente. Questo è dovuto principalmente al monopolio tenuto, fin dal 2000, dalla “Vala”, compagnia pubblica di proprietà della PTK (Poste e Telecomunicazioni del Kosovo) che,soprattutto a causa della fragile cornice legislativa, ha sviluppato le proprie attività con estrema lentezza, così come dalla mancanza di una vera volontà politica di aprire il mercato delle telecomunicazioni.
"Non c'è alcun legame tra il nome di '50 cents' e le tariffe che proporremo sul mercato", ha dichiarato ad Osservatorio il direttore di "Ipko Net", Akan Ismaili. "Volevamo un nome importante per sorprendere i nostri potenziali clienti. '50 cents' aveva già programmato un tour nella regione, e i giovani kosovari lo amano. Ecco come è nata l'idea del concerto".
Il nuovo operatore dovrebbe completare a breve l'investimento previsto di 200 milioni di euro, destinati a costruire le infrastrutture necessarie a rendere operativa la rete. “Ipko Net” sarà presente sul network kosovaro col nuovo prefisso 049, ed utilizzerà il codice della Slovenia (+386) per le chiamate internazionali. Le chiamate da e per altri operatori verranno tassate con tariffa locale, mentre quelle internazionali passeranno attraverso il network sloveno. “I consumatori kosovari beneficeranno sicuramente dell'apertura del mercato, potranno scegliere l'alternativa che ritengono migliore. Da parte nostra, il nostro impegno è chiaro: offrire buoni prodotti”, ha aggiunto Ismaili.
L'odissea della licenza
La gara d'appalto per assegnare la licenza ad un secondo operatore mobile, è stata però molto problematica, e si è trascinata per tre anni, lasciando molti strascichi polemici.
Una prima gara era stata vinta dalla “Dukagjini”, compagnia che fa capo ad Ekrem Lluka, uno dei più ricchi business del Kosovo, in consorzio con la Telekom Slovenije. Dopo aver ricevuto indicazioni da parte del governo kosovaro, che segnalava forti sospetti di corruzione dei funzionari coinvolti nella gara d'appalto, l'Unmik aveva però deciso di annullare la procedura.
Una nuova gara d'appalto è stata quindi aperta nel 2006. Ancora una volta la “Dukagjini”, stavolta consorziata ad altri tre operatori internazionali, è risultata vincente, grazie ad un'offerta di 81 milioni di euro. Sorprendentemente, i vincitori non sono stati però in grado di pagare la licenza entro i termini previsti, e così la concessione è stata assegnata al secondo classificato, un consorzio tra “Ipko Net”, una società locale che fornisce sevizi internet, e la Telekom Slovenije. Secondo fonti giornalistiche, il 10% di questo consorzio è detenuto proprio dalla “Dukagjini”.
Il lungo processo di assegnazione della licenza ha alimentato forti critiche e sospetti. Secondo Avni Zogiani, leader dell'associazione anti-corruzione “Cohu!”, se la prima gara, poi annullata, ha sollevato maggiori critiche nell'opinione pubblica, la seconda è stata segnata da irregolarità ancora più gravi.
“Le offerte non sono state aperte in pubblico, i criteri per partecipare alla gara sono stati pubblicati in ritardo, una stessa società (la Dukagjini) era presente in due offerte diverse. Secondo la legge, poi, chi si ritira dopo aver vinto la gara, deve pagare una multa pari al 20% dell'offerta fatta, cosa che non è mai accaduta”, ha commentato Zogiani per Osservatorio.
Se parliamo poi del livello di corruzione, ha continuato Zogiani, “l'appalto per la telefonia mobile rappresenta il cuore di un Frankenstein, l'epicentro della corruzione in Kosovo”. Il leader di “Cohu!”, mette l'accento anche sul fatto che la gara sia stata vinta dall'operatore pubblico di un altro stato. “La licenza è stata assegnata alla Slovenia, e non ad una ditta privata. Le istituzioni del Kosovo, in questo modo, hanno consegnato questo settore ad un altro paese, il che è assurdo”.
Per la società slovena, questo non è certo l'unico investimento in Kosovo e nell'area. La stessa Telekom Slovenije, che detiene il 75% della “Ipko Net”, nella quale ha investito 19,5 milioni di euro, ha già acquistato forti quote di partecipazione nel principale internet provider macedone, e il 75% della AOL SP (Albanian Online Service Provider), primo fornitore di servizi on-line in Albania. Ulteriori investimenti, a quanto sembra, sono previsti anche in Bosnia-Erzegovina. L'idea è quella di portare, in tutta la regione, servizi integrati connessi alle ultime tecnologie in rete.
“E' proprio questo il campo in cui “Ipko Net” si sta concentrando, qui in Kosovo”, ha confermato il suo direttore, Akan Ismaili. “Vogliamo fornire tre prodotti, internet, telefonia mobile e telefonia VoIP in uno stesso pacchetto. Entro il 2009 saremo in grado di rappresentare il futuro delle tecnologie di comunicazione”.
In cerca di alternative, a prescindere dalla nazionalità dell'operatore
Fino ad oggi, i consumatori kosovari sono stati letteralmente salassati dalla “Vala”, che agiva in regime di monopolio. Alle critiche sulle tariffe, si sono poi aggiunte quelle sull'incapacità dell'azienda di fornire una buona copertura su tutto il territorio della regione. La “Vala” si è sempre difesa citando a propria discolpa la cornice legislativa, complicata e poco trasparente.
L'unica forma di concorrenza, fino ad oggi, è stata rappresentata dagli operatori di telefonia mobile serbi che, operando in modo non regolamentato, coprono circa il 15% del territorio kosovaro, soprattutto all'interno e nei dintorni delle enclaves serbe.
Gli operatori serbi hanno continuato ad operare dopo la fine del conflitto e l'arrivo dell'Unmik, nel 1999, nonostante i tentativi della stessa amministrazione internazionale, insieme al governo del Kosovo, di regolamentare il campo. La PTK ha denunciato più volte la situazione, sostenendo che gli operatori illegali provocano alla società danni per milioni di euro ogni mese, impedendo così alla società di offrire agli utenti servizi migliori.
La Telecomunication Regulatory Authority (TRA) fino ad oggi ha sempre fallito nei suoi tentativi di interrompere l'attività degli operatori serbi. In diverse occasioni, la TRA ha smantellato ripetitori appartenenti a questi operatori, ma queste azioni non sono mai risultate risolutive. Gli operatori serbi continuano ad essere presenti e a fornire servizi alle varie enclaves serbe e nella zona a nord di Mitrovica. I prezzi molto convenienti, tra l'altro, hanno attirato anche molti utenti albanesi-kosovari, che usano da anni i loro servizi. Al momento, la quota di mercato degli operatori serbi viene stimata intorno ai 300mila utenti in tutto il Kosovo.
Proprio questa fascia di mercato sarà uno dei principali target di “Ipko Net”. “Il nostro obiettivo è quello di conquistare gli utenti degli operatori illegali. Puntiamo anche ai potenziali clienti nella comunità serba, anche se sappiamo che arrivare a loro sarà molto difficile”, ha annunciato Ismaili.
Primi impatti sul mercato
L'ingresso del nuovo operatore sul mercato Kosovaro ha cambiato molte cose. Dal momento in cui la seconda licenza è stata assegnata, all'inizio del 2007, la “Vala” si è affrettata a proporre pacchetti più economici ai propri utenti, anche se il cambio nelle tariffe non è mai stato ufficialmente legato alla fine del monopolio.
Anche il mercato delle comunicazioni mobili ha subito forti mutamenti. Al momento, infatti, viene presa in considerazione la possibilità di privatizzare la stessa “Vala”, operazione che dovrebbe essere annunciata pubblicamene a breve dalla PTK. Ma proprio gli ultimi avvenimenti hanno reso l'affare meno appetibile. Secondo molti esperti, il governo avrebbe dovuto procedere alla privatizzazione prima di concedere una seconda licenza, mossa che ha fatto scendere il valore di mercato dell'operatore pubblico.
Adesso, quanto più forte diverrà “Ipko Net” sul mercato, tanto meno frutterà alle casse pubbliche la vendita della “Vala”. In molti, quindi, caldeggiano una procedura rapida di privatizzazione. Secondo funzionari della PTK, Telekom Austria e Deutsche Telekom avrebbero già mostrato interesse ad acquistare la “Vala”. Il valore di mercato della compagnia, viene oggi stimato intorno al miliardo di euro.