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Il Montenegro cauto sul Kosovo

21.02.2008    Da Podgorica, scrive Jadranka Gilić

Miodrag Vukovic
Cauto il Montenegro nel riconoscimento d’indipendenza del Kosovo. La stampa locale non dà molto spazio alla notizia ed aspetta che la politica ufficiale prenda una posizione
Il Montenegro ha accolto la notizia sull’indipendenza del Kosovo con calma e senza euforia, cioè senza grandi festeggiamenti o proteste.

I rappresentanti dei partiti d’opposizione filo serbi del Montenegro sono andati a Kosovska Mitrovica, la città divisa tra serbi e albanesi, per portare appoggio ai serbi, mentre i rappresentanti dei partiti albanesi sono andati a Pristina, capitale del Kosovo per sostenere l’indipendenza del Kosovo.

Secondo quanto riportato da Radio Free Europe, il 17 febbraio scorso, le prime reazioni dei partiti filo serbi hanno sottolineato che non riconosceranno mai l’indipendenza del Kosovo e che per loro il Kosovo è parte della Serbia.

Il presidente del Partito popolare (Narodna stranka), Predrag Popovic, ha dichiarato che dal Montenegro ufficiale ci si aspetta che non riconosca l’indipendenza del Kosovo: “peggio del fatto che i separatisti albanesi abbiano proclamato lo stato sul territorio della Serbia basato sulla pulizia etnica e sui crimini può esserci soltanto il riconoscimento da parte dei vari paesi stranieri, gli stati membri della comunità internazionale, col quale si danneggia sia il sistema internazionale sia la sicurezza internazionale. Con questo fatto, temo che si apra il vaso di Pandora.”

Dall’altra parte, Mehmet Bardhi, presidente del Consiglio democratico degli albanesi in Montenegro, dice che gli albanesi nel Montenegro salutano l’indipendenza del Kosovo: “Oggi è una grande giornata per il popolo albanese, ma anche per tutti i Balcani e per l’Europa. È una situazione nuova, migliore, che sicuramente, sul lungo periodo, porterà pace e stabilità nei Balcani. Ovviamente, mi aspetto che il Montenegro rispetti questa nuova situazione, e che non arrivi tardi con la sua posizione sul riconoscimento.”

Per quanto riguarda le istituzioni governative montenegrine, per ora nessuna dichiarazione ufficiale sul nuovo status del Kosovo.

L’emittente B92 del 16 febbraio scorso riporta le ultime dichiarazione dei rappresentanti del governo montenegrino dove è stato detto che il Montenegro non avrà fretta nel dichiarare la sua posizione sull’indipendenza del Kosovo.

Il presidente della Commissione esteri del parlamento montenegrino, Miodrag Vukovic, ha dichiarato che il Montenegro prenderà una posizione sull’indipendenza del Kosovo soltanto dopo il dibattito al parlamento e che la posizione finale del Montenegro sarà il risultato dell’accordo tra il parlamento ed il governo. “Non ci saranno decisioni unilaterali da parte di nessun organo statale del Montenegro su questo argomento” ha sottolineato Vukovic.

Inoltre, Miodrag Vukovic ha aggiunto che la politica di equidistanza positiva del Montenegro riguardo il problema del Kosovo è ancora in vigore ed è anche sostenuta da parte della comunità internazionale quale contributo alla stabilità della regione.

Ad ogni modo, al Montenegro non conviene ricoprire un ruolo forte per quanto riguarda il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo e comunque il Montenegro non farà pressioni sul riconoscimento del nuovo stato, ma agirà in conformità con quanto decideranno gli altri Paesi della regione, ha concluso Vukovic.

Di conseguenza, mentre la notizia sull’indipendenza del Kosovo guadagna molto spazio sulla stampa straniera, soprattutto nei paesi dell’ex Jugoslavia, la stampa montenegrina, a distanza di pochi giorni dall’autoproclamazione d’indipendenza, non dà molto spazio alla notizia ed aspetta che la politica ufficiale prenda una posizione.

Dall’altra parte, dopo i primi festeggiamenti, il Kosovo attende che la sua indipendenza sia riconosciuta dalle potenze occidentali e dagli stati della regione balcanica.

Gli Usa, la Francia e la Turchia sono stati i primi paesi ad annunciare il riconoscimento formale del nuovo stato. Altri paesi, tra cui Italia, Gran Bretagna e Germania, hanno già preannunciato che intendono procedere sulla stessa strada.

Gran parte dei 27 stati membri dell'Unione europea riconosceranno il Kosovo e lo sottoscriveranno con una missione di 2.000 uomini che si occuperà della sicurezza e della giurisdizione e subentrerà alla missione Onu, ma almeno sei paesi Ue sono riluttanti.

Inoltre, la Russia ha avvisato del rischio che la secessione del Kosovo possa avere ripercussioni in altre regioni separatiste nel mondo ed appoggia la Serbia. Il parlamento serbo ha dichiarato all'unanimità ''nulla e illegale'' la dichiarazione d'indipendenza unilaterale del Kosovo, nella seduta del 18 febbraio scorso.

Le autorità serbe hanno già fatto sapere che richiameranno in patria i loro rappresentanti diplomatici da tutti i paesi che riconosceranno il Kosovo.

Nel proporre la dichiarazione d'indipendenza al Parlamento, il primo ministro Hashim Thaci ha detto che il Kosovo sarà un paese "di tutti i cittadini", riferendosi ai 120.000 serbi che vivono ancora nel territorio.

Si teme però che il Kosovo non sarà mai uno stato multietnico, ma piuttosto profondamente diviso tra serbi e albanesi e che la missione europea avrà un compito estremamente difficile da compiere.

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