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Hacibektash e la politica

24.09.2007    scrive Fabio Salomoni

Ad Hacibektash, in Turchia, ogni anno a metà agosto si ritrova la comunità alevita. Il nostro corrispondente vi ha incontrato e intervistato Zeki Sezer, presidente del Partito Democratico di Sinistra (DSP). L'ultimo articolo del dossier aleviti
Perché il segretario del DSP si trova ad Hacibektash?

Hacibektaş per la Turchia, per l’Anatolia, rappresenta un centro che esprime valori importanti. In queste terre 700 anni fa si è realizzato un movimento progressista, prima dell’illuminismo europeo, che riconosceva pari dignità a uomini e donne. Benché ci siano ancora problemi ai giorni nostri, il popolo turco continua ad alimentarsi a questa fonte. Non c’è niente di più naturale quindi per il mio partito di essere qui, dove si difendono l’eguaglianza di uomini e donne ed il progresso.

Quali punti in comune tra la filosofia di Hacibektash e il suo partito?

Sono molti. Noi diamo importanza ai diritti umani, all’eguaglianaza tra uomini e donne, alla democrazia, le stesse cose che ritrovate nel pensiero di Hacibektash, la cui filosofia “mirava a trattare 72 popoli diversi come fossero uno solo”, un filosofia che coincide con quella del nostro partito.

Hacibektash sosteneva principi che con un espressione moderna potremmo definire giustizia sociale, ed il nostro partito sotiene la giusizia sociale. Al contempo noi sostemiamo la necessità di lavorare, impegnarsi per crescere, ed anche questo è un punto in comune con Hacibektash.

La fratellanza e la pace tra le diverse fedi e culture sono altri elementi che ci uniscono a Hacibektash. Il nostro fondatore Bulent Ecevit diceva “che noi abbiamo preso ispirazione da Yunus Emre, da Mevlana e soprattutto da Hacibektash, dal grande Atatürk”. Queste sono le premesse filosofiche che fanno sì che ci sia un legame organico tra il nostro partito ed la filosofia alevi-bektashi.

Un osservatore straniero potrebbe però trovare strana la presenza della politica in un luogo religioso...

Non è strano perché noi qui non facciamo politica, non credo però che qui si tratti solamente di religione. L’alevismo non è solamente una tradizione religiosa ma anche una tradizione culturale. Questo festival mostra entrambe queste dimensioni dell’alevismo, quella religiosa e quella culturale.

Tradizionalmente gli aleviti sono sempre stati molto vicini al CHP.......

Tra noi c’è una concorrenza di tipo politico che non riguarda solo gli aleviti. Noi crediamo che il CHP non abbia fatto un'opposizione convincente.. Non dimentichiamo poi che il leader che ha saputo nel passato fare del CHP un partito di massa è stato proprio Ecevit, che poi ha fondato il nostro partito. Noi adesso siamo molto vicini agli aleviti, difendiamo gli stessi valori.

Il dibattito sulla laicità non cessa di occupare l’attualità politica, qual è la posizione del suo partito?

Noi difendiamo una laicità che sia rispettosa di tutte le fedi. Gli aleviti devono poter vivere tranquillamente la loro fede e come loro tutti gli altri gruppi religiosi. Io poi credo fermamente una cosa, che l’Islam sia la religione che meglio si adatti alla laicità e questo senza mancare di rispetto alle altre religioni. Nell’Islam manca la classe clericale, il credente stabilisce un legame diretto con Dio. Una religione che non ha bisogno di intermediari rappresenta per me la religione nella quale la laicità si puo integrare più facilmente.

E’ stato veramente così?

Purtroppo in molti paesi non è stato così, per centinaia di anni. Credo che la Turchia rappresenti il migliore esempio, nonostante i suoi problemi, della possibilità di realizzare la laicità in un paese musulmano. Noi crediamo fermamente che si possa essere contemporaneamente religiosi, laici e di sinistra.

Lei crede che attualmente in Turchia si rispettino gli aleviti?

Ci sono delle carenze. Guardate però qui ad Hacibektash, a questo bel festival. Certo, ci sono quelli che vorrebbero ignorare la cultura alevita, alcuni che la vorrebbero negare. La gran parte delle persone però, al di fuori della politica, rispetta gli aleviti. Purtroppo in politica ci sono molti che usano strumentalmente la religione, a cominciare dal partito che oggi è al potere. Io però non vedo nelle persone d’Anatolia questo atteggiamento discriminatorio: siedono nelle stessi caffè, bevono lo stesso the. Purtroppo quando si passa alla politica, cominciano gli atteggiamenti discriminatori.

Gli aleviti hanno rivendicazioni ben precise: il riconoscimento delle cemevi come luoghi di culto, l’abolizione dei corsi di religione obbligatori. Qual è la posizione del suo partito?

La più grande cemevi è stata costruita a Mersin, ed io ho partecipato all’inaugurazione. La progettazione, costruzione e inaugurazione si sono svolte mentre il nostro partito era al governo1, questo mostra chiaramente la nostra posizione.

Io credo che i luoghi di culto di ogni religione siano indiscutibili. Se io dico che questo per me è un luogo di culto, lo si deve riconoscere. La moschea e la cemevi non debbono essere in contrapposizione. Chi vuole andare alla moschea e chi vuole andare alla cemevi debbono poterlo fare in tutta tranquillità.

Il saz è un aparte importante della cultura e dei rituali aleviti e noi abbiamo proprosto l’introduzione dei corsi di saz nelle scuole. Sosteniamo le cemevi, la cultura e la fede degli aleviti in ogni occasione. Siamo l’unico partito a scrivere queste cose anche nel proprio programma. Ad esempio siamo stati noi, quando eravamo al governo, qui ad Hacibektash a sostenere la creazione di un centro culturale ed un monumento al santo.


(1) 1999-2002, governo di coalizione tra DSP, ANAP e MHP
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