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Avanti, ma con cautela

07.10.2008    Da Podgorica, scrive Jadranka Gilić

Nel parlamento di Podgorica
Il parlamento montenegrino approva una risoluzione che lega la decisione sul riconoscimento del Kosovo alla prospettiva dell'integrazione europea. Stretto tra Belgrado e l'Occidente, il paese continua a dibattere con un occhio rivolto alle proprie minoranze
Il parlamento del Montenegro ha adottato il 3 ottobre scorso una risoluzione in cui si sottolinea la necessità di accelerare l’integrazione euro-atlantica, esplicitando che l’orientamento europeo del paese sarà il principio guida per decidere sul riconoscimento del Kosovo.

All’interno del documento viene sottolineato che il Montenegro “è pronto ad accettare la realtà politica determinata dal fatto che i paesi membri della Unione Europea e della NATO hanno valutato il riconoscimento del Kosovo come un elemento importante per la stabilità della regione.”

Il documento è stato firmato da 41 deputati della maggioranza di governo, mentre i 21 rappresentanti dell’opposizione filo serba hanno votato contro. L’unico partito dell’opposizione che non ha partecipato alla seduta del parlamento è stato il Movimento per i cambiamenti (PZP) di Nebojša Medojević. Alla seduta erano presenti anche il presidente Filip Vujanović e il premier Milo Djukanović. I lavori dell’assemblea hanno attirato grande attenzione nel paese, e sono stati trasmessi in diretta dalla tv di stato.

Secondo quanto riportato lo scorso 4 ottobre dall’emittente belgradese B92, Djukanović ha così spiegato la posizione del Montenegro: “Se il Kosovo sarà indipendente o no non dipende dal Montenegro, e non dipende dalla dinamica dei riconoscimenti da parte di stati terzi. Il destino del Kosovo non è stato risolto il 17 febbraio di quest’anno: secondo il mio giudizio, il Kosovo è indipendente dal 1999. Oggi abbiamo soltanto la conferma formale di un processo che dura da dieci anni. Il Montenegro deve seguire con realismo i propri interessi strategici: non verremo influenzati da nessun tipo di pressioni esterne.”

Anche il ministro degli Esteri montenegrino, Milan Rocen, intervenendo in parlamento, ha dichiarato che l’indipendenza del Kosovo è già una realtà, davanti alla quale non è possibile chiudere gli occhi.

L’opposizione montenegrina ha invitato il governo ad escludere dalla risoluzione discussa la sezione in cui si parla del riconoscimento del Kosovo. In questo caso anche l’opposizione avrebbe votato a favore del documento sull'integrazione europea, ottenendo così finalmente il consenso nazionale bipartisan sulle questioni strategiche del paese.

L’opposizione ha anche ricordato al governo che negli ultimi cinque mesi il Kosovo è stato riconosciuto soltanto da cinque paesi, facendo poi riferimento all’iniziativa del governo serbo all’ONU, la richiesta di ottenere una valutazione sulla legittimità dell’indipendenza del Kosovo da parte della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ).

Il leader del Partito Popolare Socialista (SNP) Srdjan Milić ha sostenuto che, con l'approvazione della risoluzione, il vero scopo del governo sia stato quello di riconoscere il Kosovo e non di definire l’orientamento strategico del paese, mettendo in guardia che questa mossa potrebbe significare la fine di ogni tentativo di larghe intese in Montenegro.

Inoltre il leader della Lista Serba, Andrija Mandić, ha annunciato proteste nel caso in cui il governo montenegrino decida di riconoscere il Kosovo.

Come noto, la Serbia ha presentato all’assemblea generale dell’ONU la richiesta di ottenere l’opinione della Corte Internazionale di Giustizia sulla legalità della dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, iniziativa che dovrebbe essere discussa a New York il prossimo 8 ottobre.

La Serbia chiederà alla Corte Internazionale di Giustizia di verificare se la dichiarazione unilaterale dell’indipendenza di Pristina sia contraria o meno al diritto internazionale, e di prendere i dovuti provvedimenti se questa dovesse essere dichiarata illegale.

Il presidente serbo Boris Tadić ha invitato gli stati della regione, sopratutto Montenegro e Macedonia, a non riconoscere il Kosovo, sottolineando che in questo caso la Serbia non si mostrerà comprensiva con i propri vicini.

Secondo quanto riportato da Radio Free Europe il 3 ottobre scorso, Tadić ha dichiarato che questo avrebbe effetti negativi sulla stabilità della regione, “perché questo riconoscimento avrebbe importanza ben diversa dal riconoscimento del Kosovo da parte di Samoa. Se il Kosovo verrà riconosciuto dal Montenegro e dalla Macedonia, questa decisione rappresenterebbe una diretta interferenza nei nostri affari interni.”

L’ambasciatore serbo in Montenegro, Zoran Lutovac, ha dichiarato che con l’adozione della risoluzione è ormai chiaro che il Montenegro ha intenzione di riconoscere il Kosovo. Il 5 ottobre Lutovac ha dichiarato all’emittente Voice of America che in questo caso la Serbia richiamerà sicuramente i propri rappresentanti diplomatici dal Montenegro, e questa non sarà l’unica misura di ritorsione che verrà presa dalla Serbia. La gravità delle contromisure dipenderà dal momento in cui il Montenegro deciderà di riconoscere il Kosovo, se lo farà cioè in un momento più o meno grave dal punto di vista di Belgrado.

Subito dopo l’adozione della risoluzione, però, è stato annunciato che i rappresentanti del Montenegro all'ONU appoggeranno la Serbia nella sua iniziativa relativa alla Corte di Giustizia Internazionale. Secondo i media montenegrini, questo significa che il governo di Podgorica probabilmente aspetterà la decisione della Corte Internazionale di Giustizia prima di prendere una decisione.

Nel frattempo, continuano le pressioni sul Montenegro da parte dei paesi occidentali affinché riconosca l’indipendenza del Kosovo. Il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha scritto una lettera aperta pubblicata dal quotidiano montenegrino Vijesti il 2 ottobre scorso, nella quale invitava il Montenegro a riconoscere l'indipendenza di Pristina.

“Sono convinto che il riconoscimento del Kosovo sia la chiave per la stabilità regionale”, ha scritto il rappresentante di Londra. Miliband ha poi ricordato che ad oggi sono 47 i paesi che hanno già riconosciuto il Kosovo. Per il diplomatico britannico un maggior numero di riconoscimenti aiuterà la regione a lasciare dietro di se il passato e a volgersi verso le sue vere priorità: “Avanzare verso la stabilità e la sicurezza all’interno dell’UE”.

Miliband ha aggiunto che “esiste già una collaborazione pragmatica e costruttiva tra Podgorica e Pristina. Spero che il Montenegro avrà un ruolo positivo nello sviluppo della regione, cominciando con il riconoscimento del Kosovo in tempi rapidi.”

Nonostante le pressioni diplomatiche che arrivano da Stati Uniti ed Unione Europea, il Montenegro finora è stato molto cauto sul riconoscimento del Kosovo. Non bisogna dimenticare, infatti, che il 33% della popolazione montenegrina è di etnia serba, e il 12% di etnia albanese.
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