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Kossovo: in Assemblea si discute d’energia

25.06.2003   

La scorsa settimana l’Assemblea del Kosovo ha discusso della crisi energetica e della situazione dell’azienda d’energia KEK. Molti i malumori nei confronti della gestione internazionale.
Giacomo Balla, Lampada ad arco
Tutti i quotidiani kossovari hanno dato ampio rilievo alla discussione avvenuta all’Assemblea del Kossovo sulla crisi energetica. Alcuni anche in modo polemico, è il caso di Kosova Sot, pubblicando fotografie di alcuni deputati intenti a sorseggiare un caffè al bar mentre i colleghi erano impegnati a dibattere sul tema “caldissimo” della KEK, azienda energetica del Kossovo, al centro di scandali e disfunzioni che oramai da anni causano ripetuti e continui tagli nella fornitura di energia elettrica.

Koha Ditore ha riportato come la commissione dell’Assemblea del Kossovo istituita per indagare sulla situazione della KEK abbia accusato, durante il dibattito in Assemblea iniziato lo scorso giovedì, la dirigenza sia internazionale che locale dell’azienda di un managment troppo debole. La commissione ha proposto varie raccomandazioni tra le quali quella di creare un Ministero dell’energia che possa servire ad uscire dall’attuale crisi.

Sulla stessa questione ha pubblicato vari articoli anche il quotidiano Zeri il quale ha sottolineato come dal dibattito sia emerso l’indicazione dell’Assemblea che il Governo assuma responsabilità dirette nella gestione della KEK. E questo a scapito della gestione internazionale accusata di non valorizzare tutte le risorse dell’azienda elettrica kossovara.

Il deputato della coalizione Povrtak, Oliver Ivanovic, ha fatto invece presente come non sia competenza dell’Assemblea del Kossovo decidere in modo indipendente su cambiamenti nella gestione dell’azienda. “Diverso è se si decidesse insieme di fare pressioni sia sul Governo del Kossovo che sull’UNMIK”, ha chiarito Ivanovic. Il Presidente dell’Assemblea Nexhat Daci si è dichiarato concorde con Ivanovic ma il capo del gruppo parlamentare dell’LDK, maggioritario nell’Assemblea, Sabri Hamiti si è opposto alla proposta di Ivanovic che poi, andata ai voti, non è riuscita a raccogliere la maggioranza dei consensi.

Molti tra i deputati, nei loro interventi, hanno sottolineato come la causa principale dell’attuale situazione alla KEK sarebbe il “fattore umano”. Sono stati anche portati alcuni esempi. “Per quanto riguarda ad esempio il fulmine che ha colpito l’anno scorso la centrale denominata Kosova B la maggior parte dei danni sono legati al fatto che ai vigili del fuoco è stato permesso di intervenire solo troppo tardi” ha dichiarato il deputato Emrush Xhemajli “il comando KFOR dell’area ha posposto l’intervento di almeno tre ore”.

La commissione ha criticato anche la gestione degli investimenti. “Vi sono state inefficienze e malversazioni nell’utilizzo delle risorse della KEK, da parte della dirigenza sia internazionale che locale”, ed è stato portato ad esempio il caso di Jo Trutscher, funzionario UNMIK accusato di aver girato su di un proprio conto bancario milioni di euro dell’azienda kossovara. La commissione ha inoltre fatto presente come le indagini su queste malversazioni e su casi di corruzione si fossero arenate e per questo motivo ha proposto l’istituzione di un comitato d’indagine ad hoc.
Anche sul caso KEK è emersa quindi un’ulteriore volta in Assemblea la frustrazione per una sovranità “limitata” del governo Kossovaro. Koha Ditore riporta le parole del Ministro per l’economia e la finanza: “l’UNMIK ha preso 101 milioni di euro dal budget del Kossovo per destinarli alla KEK senza che al Governo venisse chiesto nulla in merito” ed ha poi ricordato come in base alla struttura costituzionale della Provincia il Governo kossovaro non ha alcuna competenza specifica sulla gestione della KEK essendo quest'ultima un'azienda statale e dunque sotto diretto controllo dell'UNMIK.

Dal nostro corrispondente da Pristina

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