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mercoledì 07 settembre 2022 17:12

 

Ashdown e la Republika Srpska

19.12.2004    scrive Andrea Rossini

Nuove misure dell’Alto Rappresentante contro funzionari e istituzioni della Republika Srpska. Ispezioni della EUFOR nei bunker dell’esercito serbo bosniaco. Dimissioni del Primo Ministro della RS, Mikerevic, e del Ministro degli Esteri della Bosnia Erzegovina, Ivanic. Riesplode la crisi tra la comunità internazionale e Banja Luka
Otto Dix, “Gioco di carte tra invalidi di guerra” (1920)
Da Bruxelles a Banja Luka

Il 9 dicembre scorso, a Bruxelles, la Nato ha deciso per la seconda volta di respingere la richiesta della Bosnia Erzegovina di aderire al programma di “Partenariato per la Pace”, considerato come un passaggio obbligato verso un ingresso a pieno titolo nel Patto Atlantico.

Nel comunicato finale del vertice, i Paesi dell’Alleanza hanno ricordato il dovere di cooperazione con il Tribunale dell’Aja, e il “continuo fallimento della Republika Srpska [RS, una delle due Entità che compongono la Bosnia Erzegovina, ndr] nell’adempiere ai propri obblighi, compresi quelli fissati dagli accordi di Dayton-Parigi. La discussione su di una futura partecipazione al programma Nato è rimandata a dopo che le condizioni stabilite saranno adempiute.”

La settimana successiva, giovedì 16 dicembre, Paddy Ashdown, Alto Rappresentante e Rappresentante Speciale dell’Unione Europea in Bosnia Erzegovina, ha annunciato in conferenza stampa a Sarajevo una nuova serie di misure dirette contro individui e istituzioni della Republika Srpska.

Nonostante la RS abbia fatto alcuni passi in avanti nei recenti mesi - ha affermato Ashdown citando la pubblicazione del rapporto della Commissione Srebrenica e le scuse che ne sono seguite, oltre al recente arresto di otto persone ricercate per crimini di guerra in RS e al loro trasferimento alla Corte di Sarajevo - altre recenti rivelazioni mostrano la persistente mancanza di collaborazione delle istituzioni della RS con l’Aja, e la complicità con i latitanti, inclusi quelli di primo piano.

“Ci troviamo qui oggi – ha dichiarato Ashdown ai giornalisti e funzionari presenti – perché la Nato ha nuovamente negato a questo Paese la adesione alla Partnership per la Pace a causa della continua mancanza di collaborazione con l’Aja. I recenti rapporti apparsi sulla stampa secondo cui l’esercito della RS ha continuato ad avere alle proprie dipendenze Ratko Mladic fino al 2002, e il fatto che soldati dell’esercito della RS abbiano ospitato Mladic nella base militare di Han Pijesak nel periodo giugno-luglio 2004, sono esempi scioccanti della complicità istituzionale della Rs nel sottrarre alla giustizia i ricercati dell’Aja.”

Le misure annunciate dall’Alto Rappresentante presentano un duplice carattere: alcune sono dirette contro individui, altre vanno nella direzione di affrontare “le debolezze strutturali delle istituzioni di sicurezza della RS”.

Dopo i 59, altri 9

Dopo i 59 funzionari “dimissionati” in giugno, Ashdown ha così annunciato la rimozione dai loro incarichi di altre 9 persone, tra i quali ufficiali di polizia (in carica a Foca, Trebinje, Zvornik e Pale), il responsabile dell’SDS (Partito Democratico Serbo) di Foca, il vice capo della OSA (servizi di sicurezza) di Banja Luka, e un direttore di dipartimento del Ministero del Lavoro e dei Veterani della RS.

Le misure sono state accompagnate da richieste rivolte al Primo Ministro della RS, Mikerevic, e al Ministro della Difesa, Radovanovic, relative al dossier Srebrenica e alle misure da intraprendere contro la rete di sostegno dei latitanti ricercati dall’Aja.

Ashdown ha poi annunciato la accelerazione delle procedure per la creazione di un Ministero della Difesa comune per la Bosnia Erzegovina, indicando anche un percorso verso la istituzione di un unico Ministero anche nel settore degli Interni.

L’Alto Rappresentante ha posto la data del prossimo autunno per la definitiva abolizione dei Ministeri della Difesa delle Entità, e per il trasferimento delle loro competenze al Ministero della Difesa statale.

Allo stesso modo, Ashdown ha enunciato la necessità di avere in BiH un sistema unico di polizia, con tutte le competenze previste per la esecuzione della legge sul piano statale, e con la eventuale costituzione di regioni di polizia sulla base delle necessità.

Sono state infine annunciate anche nuove procedure di controllo rivolte alle aziende pubbliche della RS.

Ashdown ha concluso il suo intervento dichiarando che chiederà alla Nato di riconsiderare in aprile la richiesta di adesione presentata dalla BiH. Tuttavia, ha ricordato, se la BiH dovesse fallire una terza volta, non esiterò a prendere ulteriori misure che affrontino direttamente e con forza i beni e le istituzioni della RS: “Posso dirvi sin d’ora che ogni opzione è aperta se dovessimo arrivare a questo punto.”

Han Pijesak, reazioni

Il generale David Leakey, britannico, capo della missione militare EUFOR che dal 2 dicembre ha sostituito le forze Nato in Bosnia Erzegovina, è intevenuto nella stessa giornata per rendere noto che i suoi uomini stavano controllando proprio le installazioni militari di Han Pijesak. La struttura, “Crna Rijeka”, costruita dall’esercito jugoslavo, si sviluppa per gran parte sottoterra e si trova ad una cinquantina di chilometri a est di Sarajevo. Durante la guerra ospitava il comando del generale Mladic. Il generale Leakey ha affermato che parte dei tunnels e dei bunkers di Han Pijesak sono stati utilizzati per nascondere i latitanti ricercati per crimini di guerra, e che verranno chiusi e sigillati nei prossimi giorni per impedire che possano nuovamente servire a questo scopo. Leakey ha poi annunciato che simili operazioni stavano avvenendo anche su altre installazioni militari nel Paese.

Alla conferenza stampa è stato infine letto un comunicato del governo degli Stati Uniti, che ha annunciato il blocco di tutti i beni del Partito Democratico Serbo (SDS) e il divieto ad entrare nel Paese per i leaders dell’SDS e del Partito del Progresso Democratico (PDP).

Il giorno seguente, venerdì 17, tutti i quotidiani bosniaci hanno aperto con la notizia delle misure annunciate dalla comunità internazionale.

Oslobodjenje ha titolato “Sanzioni per aver aiutato la latitanza degli indiziati dell’Aja”; Dnevni Avaz: “L’America sostiene Ashdown”, e “Nove ufficiali licenziati, saranno aboliti i Ministeri della Polizia e della Difesa”; Dnevni List: “Vietato l’ingresso negli Stati Uniti ai leaders dell’SDS e del PDP”; Nezavisne Novine: “Abolizione dei Ministeri della Difesa delle Entità”, e poi “Nove persone rimosse, vietato ai leaders di SDS e PDP l’ingresso negli Stati Uniti”, Glas Srpske: “Nuove punizioni in aprile”; Euroblic: “Bloccati i conti dell’SDS, rimossi funzionari di polizia”.

I giornali riportano anche alcune delle reazioni dei funzionari rimossi. La palma d’oro per la sintesi va a Mrksa Skocajic, capo della polizia di Trebinje, citato da Glas Srpske: “Lasciategli trovare qualcuno migliore di me, se ci riescono.”

Nade Radovic, presidente dell’SDS a Foca e membro della Camera dei Popoli della BiH ha sostenuto invece (Onasa) di non sapere perchè veniva rimosso: “Ovviamente è solo una ulteriore violazione dei diritti umani.”

Dimissioni di Dragan Mikerevic e Mladen Ivanic

Il Primo Ministro della Republika Srpska, Dragan Mikerevic, ha annunciato le proprie dimissioni di fronte alle misure imposte dalla comunità internazionale. Mikerevic ha affermato (Onasa, 17 dicembre) che quelle misure rappresentavano un “diktat senza precedenti”, e che “l’OHR [Ufficio dell’Alto Rappresentante, ndr], sfortunatamente, non ha bisogno di partners, ma solo di esecutori. Le sue dimissioni, ha dichiarato, sono “per il bene della Republika Srpska” (Beta, 17 dicembre).

Nella giornata di ieri si è dimesso anche Mladen Ivanic, Ministro degli Esteri della Bosnia Erzegovina e leader del Partito del Progresso Democratico (B92, 18 dicembre). Hanno seguito il suo esempio anche il Ministro dei Trasporti della BiH, Branko Dokic, e il Vice Ministro alle opere pubbliche, Zoran Tesanovic.

La abrogazione della Republika Srpska è una possibilità

La crisi, e l’aspro confronto in corso tra comunità internazionale e istituzioni della Republika Srpska, non sono stati semplificati da una intervista all’Alto Rappresentante pubblicata ieri dal quotidiano di Banja Luka “Nezavisne Novine”.

L’articolo, a firma M. Cubro, è titolato “La abrogazione della Republika Srpska è una possibilità”.

In esso, Ashdown afferma: “Non parlo mai delle misure e delle decisioni che potrei intraprendere o deliberare domani, e che mi auguro di non dover assumere, per il fatto che la Republika Srpska sta violando gli accordi di Dayton da 9 anni. Sono io a chiedervi: cosa si aspetterebbero da me i vostri lettori in RS se i Bosgnacchi ostruissero gli accordi di Dayton anche solo per 9 mesi? Non avevo altre opzioni se non quella di reagire[…] Se non ci saranno cambiamenti nei prossimi mesi, le misure che dovrò prendere saranno severe.”

Alla domanda dell’intervistatore se queste misure severe possono significare la abolizione della Republika Srpska, Ashdown risponde: “Non escludo niente e ogni cosa è possibile. Tuttavia, devo ribadire che se la RS rispetterà Dayton, io difenderò la sua giurisdizione. Posso garantire che la violazione di Dayton rappresenta il maggior pericolo per la RS. I pericoli per la RS non provengono da Sarajevo, da Sulejman Tihic o da Paddy Ashdown. Il pericolo più grande proviene da Banja Luka. Se violate Dayton, non potete aspettarvi la difesa di quegli accordi. Se i Bosgnacchi violassero Dayton, i Serbi richiederebbero una azione. La pace in questo Paese si fonda su Dayton.”

Paddy Ashdown ha però smentito in una intervista alla BBC, riportata oggi dalla emittente belgradese B92, che il suo colloquio con Nezavisne Novine possa essere interpretato nel senso di una intenzione di abolire la RS: “Non ho mai detto questo. Ci sono persone in RS che cercano di convincere i cittadini che questo sarebbe il mio scopo. L’Entità serba di Bosnia Erzegovina è tutelata dagli accordi di Dayton. Tuttavia, perché la RS possa difendersi, deve adempiere ai suoi obblighi.”

Dragan Cavic

Controcorrente rispetto alla ondata di dimissioni è la posizione di Dragan Cavic, presidente ad interim del Partito Democratico Serbo (SDS) e presidente della Republika Srpska. Cavic ha accusato Ashdown di violazione della costituzione della RS e della Bosnia Erzegovina, nonché di violare gli elementari diritti dell’uomo, dichiarando poi: “Non ci penso nemmeno a dimettermi” (Ansa, 18 dicembre). Cavic ha anche affermato che nessuno potrà permettere la interruzione del lavoro del Ministero degli Interni della RS, sottolineando che tutte le istituzioni che lavorano a livello centrale sono “incompetenti”.

Per la giornata di domani, lunedì, Cavic ha convocato un incontro di tutti i partiti politici, dichiarando che la esistenza e sopravvivenza della Republika Srpska sono in pericolo (Beta, 17 dicembre).

Secondo l’agenzia Srna, nel corso dell’incontro di domani Cavic potrebbe chiedere a tutti i funzionari dell’SDS di ritirarsi dal Consiglio dei Ministri e dal Parlamento della Bosnia Erzegovina.

Da Belgrado, per il momento, non ci sono reazioni.