Giovedì la decisione sull’avvio dei negoziati di adesione alla UE. Una risposta negativa potrebbe rafforzare le posizioni radicali in Croazia, ma la ricerca di Gotovina diviene una sceneggiata. I socialdemocratici crescono nei sondaggi. Molti auspicano però che sia l’Hdz a chiudere il caso del generale
La Zagabria ufficiale sta già abituandosi all’idea che i negoziati per l’adesione della Croazia all’Unione Europea non inizieranno il 17 marzo. Nessuno ha ancora espresso chiaramente questa posizione: fonti vicine al presidente Mesic dicono che le possibilità che i negoziati inizino nei tempi previsti sono “molto scarse”, mentre l’ex ministro degli Affari Esteri Miomir Zuzul ritiene che “non tutto sia ancora perduto”. Tuttavia, l’ottimismo è in fase calante e l’opinione pubblica si sta preparando al 10 marzo, giorno in cui il coordinamento degli ambasciatori dei 25 Paesi membri dell’UE prenderà la decisione sull’avvio dei negoziati con la Croazia. Questa decisione sarà negativa, a meno che si verifichi un improbabile miracolo e il generale latitante Ante Gotovina, ricercato per crimini di guerra dal Tribunale dell’Aja, si presenti prima di quel giorno a Scheveningen.
Ambienti vicini al Primo Ministro, Ivo Sanader, continuano a ripetere al pubblico croato che non bisognerebbe “farne un dramma” se ci fosse un ritardo di tre mesi nei negoziati. Questo suggerisce una possibile alternativa – se i negoziati non inizieranno il 17 marzo, inizieranno in giugno, quando il procuratore capo del Tribunale dell’Aja, Carla del Ponte, presenterà un nuovo rapporto sullo stato della cooperazione tra Zagabria e L’Aja al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La nuova ondata di ottimismo forzato, utilizzata da Zagabria per mascherare la sconfitta, afferma inoltre che ora la Croazia avrà più tempo, e potrà concentrarsi completamente sulla soluzione dell’affare Gotovina “senza alcuna interferenza esterna”.
Il rapporto presentato dalle autorità croate ai Paesi membri della UE, sugli sforzi messi in atto dalla Croazia per arrestare Gotovina, e il viaggio del presidente croato Stjepan Mesic a Bruxelles, dove ha cercato di spiegare la situazione, non hanno impressionato nessuno. Carla del Ponte, capo della Procura dell’Aja, è ancora risoluta nelle proprie dichiarazioni, secondo le quali Gotovina potrebbe essere arrestato dalle autorità croate. Mesic, d’altro canto, afferma che Gotovina non si trova in Croazia, che i nomi dei suoi sostenitori e la provenienza del flusso di denaro saranno rivelati presto, il che secondo Mesic potrebbe rivelare dove Gotovina è nascosto. Nel frattempo, la polizia croata ha fatto visita agli affittuari di camere sulla costa adriatica, chiedendo loro se per caso il generale latitante Gotovina avesse per caso risieduto recentemente presso di loro. Gli osservatori considerano ridicoli tali tentativi e dicono che Sanader non convincerà nessuno della sua determinazione nel catturare Gotovina.
La scorsa settimana, in una intervista per “Jutarnji List”, l’ex ministro degli Affari Esteri Miomir Zuzul ha affermato che nel corso della recente campagna presidenziale l’attuale presidente Mesic e la sua concorrente al secondo turno delle elezioni, Jadranka Kosor (vice presidente del governo Sanader), hanno fatto dichiarazioni male accolte nei Paesi dell’Unione Europea. Durante la campagna, quando i giornalisti hanno chiesto ai candidati come avrebbero reagito se avessero incontrato per caso il generale Gotovina in un bar, Mesic ha detto che gli avrebbe offerto un caffè, mentre Jadranka Kosor che avrebbe fatto finta di non conoscerlo. Zuzul ritiene che queste dichiarazioni siano costate care alla Croazia. Invano ora Mesic afferma che la sua risposta sull’invito a bere un caffè significava in realtà che Gotovina sarebbe stato arrestato dalle sue guardie del corpo, dal momento che il presidente non va mai in giro da solo. Bruxelles non ha trovato divertente questo tipo di humour.
Il Primo Ministro Sanader ha affermato diverse volte, negli ultimi giorni, che ritardare i negoziati potrebbe avere serie conseguenze non solo negli affari interni della Croazia, ma anche destabilizzare la più vasta area dei Balcani Occidentali. Sanader ritiene che il ritardo nei negoziati possa rafforzare l’euroscetticismo in Croazia, il che avrà come conseguenza inevitabile un rafforzamento delle posizioni radicali. L’aumento dell’estremismo in Croazia rafforzerà posizioni simili in Bosnia Erzegovina e in particolare in Serbia. La scena politica in quest’area ha cominciato a stabilizzarsi solo recentemente. In questo modo l’Europa, per quanto riguarda i Balcani, potrebbe creare problemi simili a quelli che solo recentemente è riuscita a risolvere.
Eppure, sembra che tali previsioni non preoccupino troppo i diplomatici occidentali a Zagabria. Questi ultimi sono infatti convinti che le preoccupazioni espresse da Sanader manifestino la sua personale paura, dal momento che il suo partito – l’Unione Democratica Croata (HDZ) - sta perdendo popolarità di giorno in giorno ed ora, secondo un recente sondaggio, sarebbe stato praticamente superato dall’SDP, i Socialdemocratici dell’ex Primo Ministro Ivica Racan. Il sondaggio in questione indica che, solo due mesi prima delle elezioni amministrative in Croazia, l’HDZ conquisterebbe il 27,7% dei voti, mentre l’SDP il 27,4%.
Secondo gli osservatori, se Sanader perdesse le elezioni amministrative, questo potrebbe, insieme al ritardo nell’avvio dei negoziati per l’adesione della Croazia all’UE, mettere a rischio non solo la sopravvivenza del governo, ma anche quella del Primo Ministro in quanto leader del partito.
Un alto funzionario dell’SDP, che ha preferito rimanere anonimo, ha dichiarato a Osservatorio sui Balcani che quanti ritengono che Sanader sia riuscito a ripulire il partito [HDZ] dagli elementi radicali si sbagliano. “In questo momento restano nelle retrovie e aspettano di vedere l’esito del più importante obiettivo di politica estera di Sanader – l’avvio dei negoziati di adesione alla UE. Se questo risultato non ci sarà, e ci sarà un sconfitta alle elezioni amministrative, alzeranno la testa. Sanader lo sa bene ed è per questo che sta avvisando l’Europa. Tuttavia, nessuno sta prestando ascolto alle sue storie sulla destabilizzazione della più vasta area [balcanica]”, ha dichiarato l’esponente dell’SDP.
Gli analisti, tuttavia, ritengono che sarebbe molto meglio per la Croazia se Gotovina fosse arrestato dal governo HDZ, invece di lasciare un altro partito a doversi occupare della questione. “Chi ha aperto la scatola che conteneva tutti questi problemi, dal nazionalismo alla rinascita del neo-ustascismo, alla tolleranza nei confronti dei crimini di guerra, è fuori di ogni dubbio l’HDZ. Sono loro che dovrebbero anche richiudere la scatola”, dicono gli osservatori.