Sfruttata e irriconoscibile. Ma soprattutto fragile. Lo è Sofia, la capitale bulgara, dopo 17 anni di transizione e di speculazione edilizia. Molti dei lavori di costruzioni e ristrutturazione di questi anni sono stati illegali e non rispondevano alle norme di sicurezza
Il centro di Sofia - Rosita Zilli
Il 19 settembre scorso un intero palazzo al centro di Sofia crollava uccidendo due ragazze. Alla base di questo incidente le ristrutturazioni selvagge che negli ultimi anni hanno sconvolto il centro della capitale bulgara, effettuate spesso senza alcun controllo e senza rispettare le norme di sicurezza. Oggi migliaia di edifici a Sofia sono a rischio, tanto che, secondo un’Ong locale, “in caso di terremoto Sofia potrebbe somigliare a Berlino il 9 maggio 1945”.
19 settembre 2006. Sono da poco passate le sei di sera, e nella centralissima via Alabin passa una Peugeot 306. Dentro ci sono Petrina Hristova, di 24 anni, e Denitza Chenisheva, di 26. All’improvviso l’intero edificio all’angolo con via Lege, costruito circa 60 anni fa e alto cinque piani, crolla, rovinando sulla macchina e uccidendo le due ragazze.
L’intera società bulgara è rimasta scioccata da questa tragedia, che ha portato in primo piano la questione della gestione, troppo spesso negligente, della ristrutturazione di molti edifici soprattutto nel centro di Sofia, con un’amministrazione comunale assente, e con molti ufficiali pubblici pronti a farsi corrompere per chiudere un occhio sulle procedure e sulle regole.
Il crollo, infatti, è stato provocato proprio dai lavori di ristrutturazione effettuati al piano terra, che hanno provocato lesioni alle strutture portanti dell’edificio di via Alabin 39. L’amministrazione locale, cioè il comune di Sofia, non aveva rilasciato alcun permesso per i lavori, che quindi venivano effettuati in modo assolutamente illegale.
2745 edifici sono a rischio di crollo
La questione degli edifici a rischio di crollo a Sofia dura ormai da parecchi anni. Di pari passo va la questione del controllo su lavori di riparazione e restauro, parzialmente o del tutto illegali. Questi lavori, spesso riguardano il piano terra degli edifici, dove vengono creati esercizi commerciali, e causano condizioni di pericolo per tutta la costruzione sovrastante, soprattutto se si parla di palazzi vecchi. Nei centri storici delle maggiori città della Bulgaria, secondo i media, sono 2745 i palazzi che rischiano di crollare da un momento all’altro, edifici in stato di abbandono da anni.
La metà di questi è proprietà delle varie municipalità, quelli restanti sono di privati o dello stato. La maggior parte di questi edifici abbandonati, secondo fonti dei vigili del fuoco, sono case, palazzi per uso residenziale e strutture una volta usate come dormitori per lavoratori. Anche 455 tra ex edifici scolastici e asili nido rientrano nel numero delle costruzioni a rischio, che durante la notte si trasformano spesso in rifugi per senzatetto, tossicodipendenti e diseredati.
Ci vuole una moratoria
“Sulla questione dei lavori di ricostruzione e riadattamento dei locali è necessaria una vera e propria moratoria”, ha dichiarato al quotidiano Monitor, poco dopo l’incidente di via Alabin, Stoil Sotirov, presidente di “Civic Association for Fighting Corruption and Illegal Construction” un’Ong che cerca di combattere contro i lavori illegali. Altri edifici nel centro di Sofia potrebbero crollare, visto che sono stati riadattati senza un vero e proprio controllo da parte di esperti, o addirittura senza autorizzazione, con documenti che poi sono stati messi in regola soltanto dal punto di vista formale e non sostanziale.
Boulevard Vitosha: la zona più pericolosa
Due anni fa la stessa “Civic Association for Fighting Corruption and Illegal Construction” ha pubblicato un rapporto in cui venivano descritti i numerosi espedienti usati per aggirare la legge sulle costruzioni a Sofia. In molti casi, come viene denunciato nel rapporto, i lavori vengono fatti senza autorizzazione, o senza perizie da parte degli ufficiali competenti. La legge in Bulgaria vuole che il proprietario dell’immobile e la ditta di costruzioni incaricata dei lavori debbano aspettare l’autorizzazione dell’amministrazione comunale prima di iniziare qualsiasi tipo di lavori.
“Dobbiamo introdurre regole molto più restrittive in questo campo”, ha dichiarato ancora Stoilov. Al momento in molti palazzi residenziali sono state fatte modifiche anche piccole, che però hanno modificato la struttura dell’immobile e la sua stabilità in caso di eventi sismici. Sono soprattutto i piani bassi ad essere ristrutturati, per fare posto a negozi e attività commerciali, mentre i piani più alti di solito vengono trasformati in uffici. Il boulevard Vitosha, la strada più commerciale di Sofia, è la zona più pericolosa.
Almeno la metà degli edifici costruiti in stile viennese dalla chiesa di Sveta Nedelya fino all’ NDK (il Palazzo Nazionale della Cultura) sono a pericolo di crollo. I locali di questi palazzi che danno sulla strada sono stati trasformati in negozi di lusso, e per far questo molti dei muri portanti sono stati rimossi. Tutti gli edifici in questione sono particolarmente vecchi, e le pareti e i pilastri che sono stati eliminati erano di particolare importanza per la loro stabilità.
Altre zone particolarmente rischiose sono via Graf Ignatiev, via Evlogi Georgiev e via Moskovska, sempre nel centro della capitale, insieme ad alcuni vecchi palazzi situati su boulevard Stamboliiski e via Opalchenska. Episodi di ristrutturazione selvaggia riguardano addirittura molti nuovi palazzi residenziali ( i cosiddetti “blok”) in cui molti strutture sono state rimosse o modificate senza rispettare le norme di sicurezza. “In caso di terremoto”, è l’avvertimento che lancia Stoilov, “Sofia potrebbe somigliare a Berlino il 9 maggio 1945”.
Una città irriconoscibile
Dopo l’incidente di via Alabin, sui quotidiani e sui media bulgari è rimbalzata la questione per le responsabilità dell’attuale situazione. Dopo 17 anni di transizione, Sofia è diventata una città irriconoscibile. Boutique e negozi di lusso hanno fatto la loro comparsa nel centro città, e nuovi quartieri residenziali sono spuntati come funghi un po’ in tutte le zone della città. Purtroppo, però, molte costruzioni e molti lavori di ristrutturazione sono illegali, e non rispondono alle norme di sicurezza. L’avidità di molti proprietari ed investitori ha portato alla corruzione delle amministrazioni municipali e delle altre istituzioni che dovrebbero esercitare la funzione di controllo. Anche la legislazione bulgara sugli immobili non è a livello di quella europea. Forse anche per questo sono in molti ad affrettarsi a realizzare lavori su edifici prima che le leggi vengano armonizzate con quelle dell’Ue.