Bamir Topi, nuovo presidente albanese
25.07.2007
scrive Marjola Rukaj
Bamir Topi
Bamir Topi è il nuovo presidente dell'Albania. Dopo numerose votazioni a vuoto è quindi riuscito a spuntarla il candidato del premier Berisha. Grazie al voto di alcuni membri del Partito socialista, immediatamente espulsi dal partito
Il 20 luglio mentre l’Albania giaceva paralizzata in piena crisi politica, è accaduto ciò che ormai nessuno più s'aspettava: Bamir Topi, braccio destro del premier albanese Berisha, è stato eletto presidente della Repubblica. La carica durerà per i prossimi 5 anni ed è stata ottenuta con 1 voto in più degli 84 necessari.
La politica albanese si era animata per l’elezione del presidente ben 5 mesi prima che il mandato di Alfred Moisiu scadesse. Si è però trattato di polemiche tra i due principali poli e in realtà tutto è rimasto vago fino all’ultimo.
Fin dall’inizio sono completamente falliti i negoziati tra Edi Rama, a capo dei socialisti, e Sali Berisha sull’individuazione di un nome condiviso. Le prime discussioni sono già avvenute sul fatto che i due dovessero o meno incontrarsi a dialogare. Poi, una volta superata questa prima impasse, i due hanno assunto posizioni incompatibili, Berisha a sostegno di Bamir Topi, e la sinistra contro quest'ultimo, in quanto membro del PD (Partito democratico), senza però proporre nomi alternativi.
Nel negoziato inoltre Berisha ha aggiunto anche la spinosa questione del Procuratore Generale (con cui ha avuto enormi discordanze nel corso degli ultimi anni), proponendo a Rama una modifica della costituzione che abolirebbe la carica illimitata riducendola a un periodo di 5 anni, e introducendo una procedura di nomina che aumenterebbe il potere del premier. L'opposizione ha categoricamente rispedito al mittente la proposta.
Mentre i candidati che venivano affiancati di volta in volta a Bamir Topi erano in enorme svantaggio rispetto al candidato del PD, l’ex leader del PS (Partito socialista), Fatos Nano si è autocandidato raccogliendo le 20 firme necessarie tra le voci discordanti nelle file del PS. Il miglioramento dei rapporti tra Berisha e Nano negli ultimi tempi ha fatto temere a molti un ritorno indietro al binomio tra questi due veterani della politica albanese. Ma Nano, l’ex erede del partito comunista che col passare degli anni si è trasformato in un nouveu riche dei Balcani, dalla parlata in politichese, rimane una figura screditata, appoggiato solo da pochi membri del PS di Rama. Quando in seguito, per pura inerzia istituzionale, le candidature sono finite alle votazioni in parlamento, Nano è stato eliminato al secondo round.
Vi sono voluti ben quattro round per eleggere il nuovo presidente albanese. Ad ogni votazione Topi otteneva il maggior numero di voti, ma non arrivava agli 84 necessari. La stessa destra infatti risultava divisa, i piccoli partiti alleati a Berisha accusano infatti quest'ultimo di scarsa considerazione nei loro confronti.
Vi è stato infatti un punto in cui lo stesso Topi ha proposto di ritirare la propria candidatura davanti a una destra disunita che tendeva a speculare sulla sua figura. Inoltre la presentazione in parlamento della candidatura di Topi ha dimostrato che i politici albanesi sono sempre intransigenti e permalosi e poco propensi a contribuire alla stabilità del paese. La sinistra infatti, ritenendo la candidatura di Topi non consensuale e imposta da Berisha, ha boicottato il parlamento in tutti e quattro i round di votazioni.
La sinistra si era psicologicamente preparata per le elezioni anticipate che l’articolo 87 della costituzione albanese prevede in caso di fallimento della votazione presidenziale. Si è anche parlato di un'ipotetica data per le elezioni: il 20 settembre. Il leader del PS ha avviato inoltre delle visite alle sedi territoriali del proprio partito che assomigliavano molto all'inizio di una campagna elettorale.
Nonostante in molti abbiano incominciato a credere che non vi sarebbe stata altra scelta dato il grave collasso politico, i rappresentanti della comunità internazionale hanno fortemente consigliato di raggiungere un consenso e di evitare a tutti i costi le elezioni anticipate.
Inoltre in questi lunghi mesi di dibattito in cui la politica, come hanno fatto notare gli analisti, ha parlato solo di se stessa, il paese si è trovato bloccato nell’amministrazione pubblica e nell’attuazione delle tanto ambite riforme per raggiungere il traguardo europeo. Doris Pack, parlamentare europea, ha accusato Berisha di essere il responsabile della crisi a causa dell'intento di accentrare tutti i centri di potere nelle proprie mani, ritenendo che il precipitare in una crisi politica e andare a nuove elezioni avrebbe segnato un enorme passo indietro per l’Albania.
Ma la crisi è stata risolta da un ''deus ex machina'' proveniente dalle file dei socialisti. Nel quarto round, dopo che Nano era stato già meso fuori gioco, si trovavano a gareggiare Topi e il leader del PAD (Alleanza democratica) Neritan Ceka: alcuni membri del PS hanno tradito la linea dell’opposizione partecipando alla votazione in parlamento. Bamir Topi infatti non sarebbe mai stato eletto senza i 6 voti degli esponenti del PS. Alcuni giornali hanno attribuito la presenza dei socialisti come una conseguenza della squalifica di Nano, ma altri hanno scritto che vi è stato un invito esplicito di Berisha che avrebbe anche promesso nuove cariche governative in cambio del loro contributo a salvare il paese dalla crisi e dal regresso.
Fatos Nano invece ha dichiarato che sono stati i suoi sostenitori invitati da lui stesso a salvare il paese. In seno al PS che ha continuato fino all’ultimo momento a puntare alle nuove elezioni, i sei voti a Topi hanno segnato una nuova divisione. Il leader Rama ha provveduto subito a espellere i 6 traditori in base a delle norme molto vaghe contenute nello statuto del partito, mentre il capo del gruppo parlamentare socialista Ben Blushi ha dato le dimissioni in segno di protesta rispetto al "tradimento".
Nonostante il mancato consenso, l’elezione del nuovo presidente ha risparmiato l'Albania da un'ulteriore grave crisi. Anche se l’opposizione e molti analisti temono che possa essere solo uno strumento nelle mani autoritarie di Berisha, Bamir Topi è stato finora una delle voci più indipendenti del PD, tra l'altro molto stimato anche dall’opposizione. Inoltre secondo un sondaggio pubblicato sulla stampa albanese negli ultimi giorni, Topi risultava essere in cima alle preferenze dei cittadini albanesi.
Nato a Tirana nel 1957, laureatosi in scienze veterinarie, Bamir Topi è attivo in politica come deputato del PD dal 1996. Ha assunto varie volte cariche all’interno del consiglio dei ministri. Lunedì 23 luglio Topi ha lasciato il Partito democratico ed ha giurato imparzialità nel ricoprire la carica di presidente della Repubblica, aprendo così una nuova fase dei rapporti tra i poteri in Albania.