Albania: voglia d'Europa
08.08.2007
scrive Arolda Elbasani
Scarso dibattito e molti malintesi in Albania in merito all'integrazione europea anche se i cittadini albanesi dimostrano una sempre maggiore consapevolezza sulle difficoltà del processo. Ciononostante l'appoggio all'Ue è in cosante aumento. Un'analisi
Gli albanesi sembrano desiderare l’integrazione europea più di tutti gli altri paesi candidati e certamente aspirano a diventare membri dell'Unione molto più di quanto gli altri paesi siano interessati ad accoglierli. Secondo l'ultimo sondaggio dell’Istituto Albanese per gli Studi Internazionali (AIIS), il 92.5 % degli intervistati nel caso di un referendum avrebbe votato a favore dell’entrata del paese nell’Unione. Solo una parte esigua degli intervistati, poco più dell’1%, invece avrebbe invece votato contro.
I sondaggi che lo AIIS conduce annualmente dal 2002 valutano la percezione dell'UE in Albania di cinque tipologie di soggetti: 1) amministratori pubblici; 2) amministratori di enti pubblici territoriali; 3) i media; 4) le organizzazioni non governative; 5) aziende private. Secondo i dati del 2006, l’amministrazione pubblica e le organizzazioni non governative appoggiano al 100% l’ingresso nell’UE, i media al 98% e l’amministrazione degli enti pubblici territoriali all’89%. Le aziende private costituiscono il gruppo meno ottimista rispetto all’ingresso nell’UE, ma anche tra di esse si registra un grande appoggio, l’82%, all’ingresso nell’Unione.
Poiché questi soggetti di norma hanno più contatti con l’Unione rispetto i cittadini comuni, si potrebbe ritenere che siano anche più aggiornati sul processo d’integrazione europea. In realtà, il loro appoggio incondizionato all’UE va in parallelo coi tanti malintesi sulle fasi, le condizioni e in generale la complessità delle procedure di ingresso. Infatti il sondaggio del 2006 conclude notando: “Gli albanesi sono talmente filo-Europei che il dibattito sull’Europa manca del vigore dimostrato negli alti paesi dell’Europa dell’Est. Il processo è ancora lontano dall’essere capito, discusso e condiviso.”
Se l’appoggio all’Unione va considerato un dato positivo, la mancanza di un dibattito concreto sull’integrazione e le sue implicazioni potrebbe significare un sostegno temporaneo di un’opinione pubblica ancora poco consapevole delle difficoltà del processo d’integrazione.
Malintesi sul significato del nuovo Accordo
Secondo il sondaggio dell’Istituto Albanese per gli Studi Internazionali nel 2006 solo il 49% degli albanesi pensava che il paese non fosse ancora pronto per diventare membro dell’Unione, mentre nel 2005 si trattava del 75% degli intervistati.
La firma ufficiale dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione tra l’UE e l’Albania, del giugno 2006, infatti, ha creato confusione in quella parte di opinione pubblica che non ha ancora ben chiaro lo stato di avanzamento del processo di integrazione dell’Albania.
Quasi tutte le persone incluse nel sondaggio erano a conoscenza della firma dell’Accordo di giugno, però molti di loro non conoscevano il significato di questo accordo. Solo il 28% rispondeva giustamente che l’Accordo è una nuova relazione contrattuale tra l’UE e l’Albania. La maggior parte degli intervistati a torto pensava che il nuovo accordo non avrebbe portato niente di nuovo o che significasse lo status di candidato o qualcosa d’altro di non specificato.
Malintesi sui benefici dell’integrazione
In realtà, i sondaggi condotti in Albania continuano a segnalare malintesi e incomprensioni per quanto riguarda i benefici legati all’integrazione. Come nei sondaggi precedenti (2002-2005), anche nel 2006 il maggior beneficio che gli intervistati si aspettavano di ottenere dalla membership riguardava la libera circolazione delle persone nei paesi membri. Quando agli intervistati veniva chiesto di elencare i motivi del loro appoggio all’ingresso nell’Unione, il 37% degli albanesi rispondeva la libera circolazione delle persone; il 24% lo sviluppo economico; il 21% il progresso democratico e il 18% il miglioramento delle condizioni di vita. Al contrario, pochi degli intervistati mostravano di capire che il paese diventerà un membro dell'UE solo quando sarà riuscito a migliorare da sé questi indicatori.
Nel 2006 gli intervistati si sono dimostrati molto più prudenti rispetto al passato, con l'eccezione della libertà di movimento che rimane l'aspirazione più diffusa. Secondo l’Istituto di Studi Internazionali i malintesi per quanto riguarda la libertà di movimento sono rafforzati dalla mancanza di informazione circa il nuovo Accordo di Associazione e Stabilizzazione e la recente iniziativa della Commissione Europea per facilitare il regime dei visti con i paesi dei Balcani. Questi accordi comunque non implicano libertà di movimento che per l'Albania resta un obbiettivo di lungo termine.
Tra l’agenda della transizione e quella dell’integrazione
Interrogati sui fattori determinanti per l’integrazione europea, gli albanesi ritengono che i fattori politici siano molto più importanti di quelli economici. Tutti i gruppi inclusi nel sondaggio concordano sul fatto che un tangibile progresso nella lotta contro la corruzione e un approccio più consensuale alla politica sono la chiave per l’ingresso nell’Unione. Pertanto, in cima alla lista indicata dagli intervistati ci sono fattori come la politica, libere elezioni e la corruzione che possono ben figurare nell’agenda della transizione post-comunista ma non coincidono con l’agenda dell’integrazione europea.
I fattori come l’adeguamento economico e tecnico che sembrano aver occupato l’agenda dell’integrazione negli altri paesi si trovano in fondo della lista indicata dagli albanesi. Secondo il rapporto dell’Istituto Albanese di Studi Internazionali “l’incapacità del sistema politico di garantire alcune delle sue funzioni minime non permette al pubblico di concentrarsi sulla agenda reale dell’integrazione: lo stato di diritto; il funzionamento della pubblica amministrazione; l’apertura del mercato; l'ammodernamento delle infrastrutture; l’istruzione e l’adozione dell'aquis comunitario.” In poche parole, il paese sembra sia rimasto incastrato tra l’agenda di una transizione senza fine e quella ancora remota dell’integrazione europea.
Sicché la gerarchia delle priorità relative all’integrazione indicate dall’opinione pubblica viene condizionata dalla quotidianità della politica albanese, tutta incentrata sugli scambi di accuse di corruzione e di collegamenti con la criminalità organizzata, oltre che dai costanti appelli di Bruxelles a garantire tanto per cominciare la tenuta di elezioni regolari. In questo contesto, quindi, non sorprende che l’attenzione del pubblico sia lontana dagli aspetti economici ed istituzionali relativi all’avvicinamento all’Unione.
Un’opinione pubblica gradualmente più realistica
Malgrado tutto, i sondaggi indicano anche che l’opinione pubblica albanese sta diventando gradualmente più realistica rispetto alle sfide e al tempo necessari per prepararsi all’ingresso nell’Unione. Le risposte degli albanesi, infatti, indicano una crescente consapevolezza sul processo reale d’integrazione.
Quando si confronta l’indagine del 2006 con quelle precedenti, è piuttosto chiaro che gli albanesi nutrono meno aspettative sull’Unione ed esaltano meno le sue virtù di organizzazione democratica, fonte di sicurezza e garanzia di apertura nei confronti di tutti i paesi europei.
Per di più, gli intervistati stanno diventando più omogenei per quanto riguarda la durata del processo. Secondo i dati del 2006, il 36% degli intervistati, ovvero quasi il 17% in meno dell’anno precedente, pensa che l’accesso all’Unione richieda 10 anni. La maggioranza pensa che il paese potrà diventare un membro dell’UE solo tra 15 anni o più. Tutto ciò dimostra che gli albanesi oggi sono più informati e realistici sulla complessità e la lunghezza del processo di adesione.
Il dato sorprendente è che benché i cittadini albanesi siano relativamente più informati circa le difficoltà del processo, l’appoggio rivolto all’Unione è incrementato rispetto agli anni precedenti (92% nel 2006; 84% nel 2005; 85% nel 2004). Questa apparente contraddizione potrebbe indicare che gli albanesi sono sicuri che del fatto che non esiste un'alternativa alla membership e che questo sia comunque un bene, a prescindere dalle difficoltà che il paese dovrà affrontare.
D'altro canto, il mancato dibattito sull’Europa e molti dei malintesi sull’integrazione ancora presenti tra l’opinione pubblica albanese potrebbe confondere le aspettative e riflettersi sui dati relativi all’appoggio dell’UE. Non si può escludere quindi che maggiore informazione sull’Unione e l’avanzamento del processo di integrazione si rifletteranno negativamente sul sostegno all’UE, come per altro è accaduto negli altri paesi dell’Est Europa che hanno percorso la stessa strada d’integrazione.