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Torte per l' indipendenza

15.02.2008    Da Pristina, scrive Alma Lama

Torte, bandiere, musica. Gli albanesi del Kosovo si apprestano a festeggiare l'ormai imminente dichiarazione di indipendenza, prevista per il 17 o il 18 febbraio. Ma dietro l'atmosfera di festa, non mancano i timori di possibili tensioni, soprattutto nella città divisa di Mitrovica
Un'enorme torta per festeggiare l'indipendenza. Tra gli albanesi del Kosovo è iniziato il conto alla rovescia per festeggiare l'ormai imminente ed annunciata dichiarazione di indipendenza, ma anche una gara per marcare l'evento, atteso da anni, nel modo più originale.

Ramadani Uka, proprietario di una pasticceria molto conosciuta a Pristina è appena tornato dalla Grecia, dove si è recato per acquistare alcuni ingredienti per una torta gigantesca. L'ha battezzata, naturalmente, "torta dell' indipendenza”. Mentre Uka era in viaggio, i suoi pasticcieri lavoravano giorno e notte per dare forma a questo dolce gigante, dal peso di una tonnellata. Una torta mai vista in Kosovo, e che verrà posta nella piazza più importante di Pristina, dove potrà essere assaggiata da 30mila persone nel giorno dell'attesa indipendenza.

"E' da un anno che sto pensando di fare qualcosa straordinario per la festa di indipendenza, e alla fine ho deciso di creare una torta che riproduce la forma del Kosovo, con ben sei gusti diversi”, dice Ramadani. Ma non è certo l'unico che ha pensato ad iniziative originali.

Samedin Nuredini ha speso parecchi soldi per creare una bandiera gigante a Gryka e Kacanikut, a pochi chilometri col confine con la Macedonia. "Metteremo una bandiera gigante sui finachi della montagna. Tutto sarà rosso e nero. Sono questi i colori della nostra bandiera”, dice Samedin, esprimendo così la sua contrarietà alla nuova bandiera che viene preparata in Kosovo in accordo con le linee dal piano Ahtisaari.

Da parte sua Sami Musliu, un businessman di Ferizaj, ricorda che il padre e il nonno hanno aspettato tutta la vita per vedere questo giorno, ma non ci sono riusciti. "Festeggeremo anche per loro”, dice, mentre piazza sulla strada un cartello con la scritta "Auguri per l'indipendenza" non lontano dal villaggio di Babush, abitato anche da serbi.

E non c'è festa senza il vino. Una cantina ha cominciato a produrre una serie di bottiglie con l'etichetta "Vino dell'indipendenza". In questo mosaico generale non mancherà neanche un'enorme e moderna statua della libertà, con fattezze simili a quella di New York. In attesa di un inno, poi, nel giorno della dichiarazione d'indipendenza un'orchestra sinfonica intonerà l'inno alla gioia di Ludwig van Beethoven.

Dietro il clima di festa, però, le tensioni sono alte, anche all'interno della classe politica albanese. Innanzitutto ancora nessuno sa dire con precisione se la dichiarazione verrà presentata domenica 17 oppure lunedì 18 febbraio. Secondo le informazioni più attendibili, sarà il 17. Il premier kosovaro Hashim Thaci ha comunque dichiarato che la decisione è già stata presa."Noi siamo pronti”, ha detto ripetutamente il premier.

Il lavoro per preparare le costituzione continua a ritmo intenso. Tutto però viene portato avanti in una sostanziale mancanza di trasparenza. La costituzione include anche leggi che derivano direttamente dal pacchetto Ahtisaari. Alcuni tra questi provvedimenti legislativi sono visti come problematici, e secondo alcuni rischiano di alzare le tensioni dopo la dichiarazione di indipendenza.

"Sara difficilissimo implementare alcune di queste leggi. Ad esempio si dovrà scrivere il nome della città di Hani i Elezit, anche nella sua variante serba, “General Jankovic”, un personaggio storico che noi albanesi ricordiamo per l'uccisione di migliaia di persone e per la pulizia etnica perpetrata nei nostri confronti in Kosovo”, ci dice Ramush Tahiri, uno degli esperti che partecipa ai lavori della Commissione sulla Costituzione.

La stessa costituzione, secondo i piani, dovrebbe essere approvata subito dopo la proclamazione di indipendenza, senza alcun dibattito parlamentare e con il consenso di tutti i partiti politici.

Nel frattempo sono state selezionate tre proposte per la nuova bandiera e il nuovo stemma del Kosovo indipendente. Molto presto l' Assemblea Parlamentare del Kosovo voterà per la bandiera, ma secondo diverse fonti questo non accadrà prima della proclamazione di indipendenza. La festa, quindi, sarà fatta sventolando la bandiera nazionale albanese.

Il premier Thaci, durante l'ultima riunione, ha chiesto ai suoi ministri di essere a disposizione durante il week-end. Thaci ha poi aggiunto di non poter esplicitare l'agenda dei preparativi per l'indipendenza perché ha così ha promesso agli stati “amici del Kosovo”. Al momento, le forze della Kfor sono dappertutto, visitano i villaggi, le istituzioni, e mostrano la presenza della forza militare anche attraverso i media. Soprattutto la polizia, poi, sta facendo tutto il possibile per convincere la gente che nel giorno dell'indipendenza non succederà niente di particolare. Veton Elshani, il portavoce della KPS (Kosovo Police Service) sta contattando tutti i direttori dei vari media per assicurarsi che questi non influenzino in modo negativo lo svilupparsi della situazione.

Le squadre speciali della polizia sono comunque pronte per intervenire nel caso di incidenti oppure se la situazione dovesse uscire fuori controllo. Nelle enclave dove vive la popolazione serba, sono state attivate pattuglie miste della KPS e dei poliziotti dell'Unmik. Secondo alcune fonti, i poliziotti serbi della KPS potrebbero decidere di abbandonare il proprio lavoro.

In questo caso la situazione si farebbe complicata nel nord del Kosovo. Il piano, a quanto pare, sarebbe quello di sostituirli con i poliziotti della missione internazionale. Nel frattempo l'Aksh, (Armata Nazionale Albanese) un gruppo armato considerato fuorilegge dall'Unmik, ha dichiarato di essere pronto a combattere se ci sarà un tentativo di dividere il nord del Kosovo dal resto della regione.

La stessa Aksh ha poi reso noto il piano che, secondo loro, la Serbia metterà in atto nel giorno in cui l'indipendenza verrà proclamata. Il ponte sul fiume Ibar, a Mitrovica, verrebbe chiuso, e i poliziotti serbi del Kps, coadiuvati da ufficiali del ministero degli Interni serbo, si metterebbero agli ordini diretti di Belgrado.

Per finire, a Pristina ci sono già circa duemila giornalisti, arrivati in questi giorni per seguire lo svilupparsi degli eventi. Ma soprattutto in attesa di domenica, quando con tutta probabilità l'Assemblea Parlamentare, in un'azione coordinata con gli Usa e l'Unione Europea, proclamerà ufficialmente la dichiarazione di indipendenza.
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