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Istanbul a teatro

27.05.2008    scrive Fazıla Mat

Dal 15 maggio al 4 giugno 2008 a Istanbul si svolge la sedicesima edizione del Festival internazionale del teatro. Oltre 70 spettacoli in programmazione, proiezioni di film, workshops e un’accorta riflessione sui diritti umani
Il Festival internazionale del teatro di Istanbul è giunto quest’anno alla sua sedicesima edizione. Tra gli oltre 70 spettacoli in programmazione, saranno ospiti a Istanbul anche compagnie di teatro e di danza provenienti dalla Germania, dalla Danimarca, dalla Francia, dalla Croazia, dall’Italia e dalla Lituania. Il tabellone presenta una vasta possibilità di scelta tra spettacoli, conferenze, workshops, dibattiti e proiezioni di film. 25 saranno le produzioni inedite presentate da compagnie turche.

Tema centrale all’interno della manifestazione è la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani di cui ricorre quest’anno il 60° anniversario. “Riflette la storia dei diritti umani e i continui ostacoli per la loro completa realizzazione” l’installazione-performance “Human Writes” ideata dal coreografo statunitense William Forsythe assieme al prof. Kendal Thomas della Facoltà di Legge presso la Colombia University.

Nel corso dello spettacolo di tre ore, i ballerini della Forsythe Company proveniente dalla Germania, cercheranno di scrivere su tavoli coperti di fuliggine lettere, parole, frasi riprese dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ostacolandosi a vicenda. La performance, prevede di coinvolgere anche gli spettatori che potranno entrare e uscire liberamente nell’area della rappresentazione e affiancare e/o aiutare i ballerini nei loro tentativi.

Sul versante turco il tema dei diritti dell’uomo è invece affrontato dallo spettacolo documentaristico di Genco Erkal “Sivas ‘93”, che indaga il retroscena dell’incendio del 2 luglio 1993 appiccato nel Madımak Hotel di Sivas in cui persero la vita 37 persone di cui 33 scrittori, poeti e intellettuali. La rappresentazione, ospite speciale del festival, scritta e diretta da Erkal, riporta le testimonianze delle persone che vissero in prima persona i tristi eventi di quel giorno. “Niente è più spaventoso dell’ignoranza che passa all’azione” cita una delle frasi più significative dello spettacolo già presente nelle sale per la stagione teatrale 2007-08.

Le rappresentazioni dell’evento offrono una vasta gamma di scelta, ma la sensazione che emerge è l’esigenza delle compagnie di sperimentare nuovi modi di comunicazione e di espressione in cui le forme artistiche tendono a contaminarsi a vicenda. La danza ha un ruolo tutt’altro che secondario in questa manifestazione di “teatro”: a parte la già citata Forsythe Company, tra gli ospiti del festival troviamo il gruppo REMDANS PROJE con “Il Corpo. Macchina” che indaga il rapporto macchina/corpo; Talin Büyükkürkçüyan porta in scena il suo “A Rovescio: La favola di Marika” in cui si interroga “fino a che punto ciò che si vede corrisponda a ciò che vediamo e fino a che punto ciò che riusciamo a vedere può considerarsi vero e reale”; La compagnia Çıplak Ayaklar, che ha portato un nuovo approccio alla danza contemporanea in Turchia, presenta l’ultimo lavoro intitolato ENGİN-AR, realizzato in collaborazione con la compagnia di ballo francese “C dans C” che combina l’hip hop con la danza moderna.

Testi del repertorio classico come “Il Malato immaginario” di Molière rappresentato dal Teatro statale di Diyarbakır sono accompagnati da classici della drammaturgia contemporanea come “Caligola” di Albert Camus interpretato dal Teatro municipale di Eskişehir, da “Leonce e Lena” di Groeg Büchner portato in scena dalla compagnia Tiyatro Oyunevi, e da “Madre coraggio e i suoi figli” di Bertolt Brecht, nella versione della compagnia Semaver .

Ne “Il Notaio” è protagonista il singolo individuo che lotta contro la prevaricazione del potere istituzionale, mentre in “Atrofia. La casa dei nomi” video interattivi, musica e danza si compenetrano con brani dai testi di Calvino, Galeano e Kundera e fanno da sfondo all’ironica resa dei conti di un artista con tutti i nomi e le identità che si è trovato ad assumere nel corso della sua vita. In questo processo la rappresentazione arriva a rifiutare ogni forma di rappresentazione e costringe lo spettatore a confrontarsi direttamente con essa.

Una poesia di Nazım Hikmet, che narra di come la Gioconda di Leonardo da Vinci si fosse innamorata del cinese Si-Ya-Vu venuto a visitare il Louvre e di come si mise al suo inseguimento quando questi fu arrestato durante le manifestazioni del 1° maggio e rimandato in Cina, è portato in scena con l’adattamento e la regia di Zeliha Berksoy in “La Gioconda e Si-Ya-Vu”.
Il Teatro municipale di Kocaeli presenta un progetto di “teatro delle voci” che utilizza le possibilità offerte dalla tecnologia per riproporre un testo, l’IRK BİTİG, che i turchi nel IX secolo utilizzavano per comprendere il mondo reale e quello delle anime, il bene e il male e la percezione del destino.

La produzione franco-turca “De L’Abolition des traces” rappresenta un dialogo umoristico a partire dal testo di Fred Vargas tra lo scrittore e gli spettatori per risolvere una volta per tutte i problemi che riguardano l’umanità: l’amore, la politica, l’economia, la depressione, la guerra, il libero arbitrio. L’unico ostacolo che sembra persistere tra il raggiungimento della felicità e l’uomo è la coscienza che ha sostituito il Godot di Beckett. Gli spettatori sono così invitati a suggerire dei modi per ingannarla ed eliminarla.

Un altro spettacolo di produzione turca ideato e diretto da Murat Daltman e portato in scena dagli attori della compagnia DOT si concentra sulla figura del Narratore, o meglio del Cantastorie – una presenza molto importante nella tradizione teatrale orientale – che qui viene riproposto in accostamento al film “L’anno scorso a Marienbad” realizzato da Alain Resnais nel 1961: gli attori diventano dei cantastorie a partire dalle immagini e dalle parole del film.

Per quanto riguarda le partecipazioni straniere troviamo la compagnia teatrale italiana Arca Azzurra che ha scelto di rappresentare un testo dello scrittore e drammaturgo turco Murathan Mungan, “La Maledizione del cervo”, adattato per lo spettacolo da Massimo Salvianti. “La saga di una famiglia - quattro generazioni - per un racconto che ha echi da ‘Le mille e una notte’, che parla del tempo favoloso dei ‘Bey’, capi di una tribù nomade che decide di fermarsi, di diventare stanziale, del luogo scelto per questo, dei cervi scacciati dal loro territorio, della loro maledizione che porta alla dissoluzione di palazzi e di tante vite.Un testo-fiume con un andamento fatto di scarti temporali dove le generazioni si mischiano in un presente sfuggente che è il sempre del racconto e di chi lo sa ascoltare”. Un ruolo essenziale nello spettacolo è affidato alle ombre e ai colori che suggeriscono “la meraviglia dei luoghi insieme alla forza degli avvenimenti: il bosco, la tenda, il palazzo ma anche l’asprezza della lotta, il languore dell’amore, la magia che trasforma, imprigiona, libera, uccide” dietro gli attori-narratori (Fondazione Toscana Spettacolo).

Accanto alla “Operation Orpheo” dalla Danimarca diretto da Kirsten Dehlnholm e alla giovane compagnia Bad-co di Zagabria che porta in scena lo spettacolo interattivo “Messaggi Eliminati” spiccano tra gli altri la compagnia lituana Meno Fortas con “Faust” diretto dal celebre regista Eimuntas Necrosius assieme allo spettacolo “Maladie du Mort”, dall’omonimo racconto di Marguerite Duras, diretto dal francese Bonvoisin e interpretato dall’attrice Fanny Ardant.

Il programma completo dell’evento si può visionare sul sito: www.iksv.org/tiyatro/english/index.asp?cid=1

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