Passaporto per il paradiso
08.05.2009
Da Chişinău,
scrive Iulian Lungu
Secondo le autorità di Bucarest, circa 650mila moldavi hanno richiesto la cittadinanza romena dopo gli eventi del 7 aprile scorso. Per Chişinău la questione è ormai diventata un problema di sicurezza nazionale. I rapporti tra i due paesi, la posizione europea
Nei giorni successivi agli scontri del 7 aprile scorso, migliaia di persone a Chişinău hanno preso d’assalto l’ufficio centrale delle poste e l’Archivio di Stato. Il primo per spedire moduli al consolato romeno per essere poi ammessi a consegnare la documentazione necessaria per ottenere la cittadinanza romena, il secondo per reperire i documenti che dimostrino di avere avuto un parente con cittadinanza romena tra il 1918 e il 1940, condizione richiesta per l'ottenimento dell'agognato obiettivo. Malgrado non sembrerebbe esserci alcun legame con le elezioni e con la crisi politica che ne è seguita, il fenomeno, in proporzioni così massicce, è una diretta conseguenza dei fatti del 7 aprile.
Dopo la devastazione del parlamento e del palazzo presidenziale, la prima reazione delle autorità moldave è stata accusare la Romania per quanto avvenuto. Il passo successivo è stato l’introduzione del regime di visti per i cittadini romeni, e l’espulsione dell’ambasciatore romeno dalla Repubblica moldava.
La Romania è sempre stata un'ossessione per il partito comunista moldavo, sempre definita, dall'attuale presidente e segretario del partito Vladimir Voronin, come “l’ultimo impero d’Europa ed un paese che cerca di distruggere l’identità e la sovranità moldava.” E' la prima volta, però, che alle parole seguono fatti così radicali.
Le autorità romene non hanno ignorato le accuse e le azioni intraprese, ma la reazione di Bucarest è stata meno drastica: l’ambasciatore moldavo non è stato espulso, ma sono stati semplificati i requisiti e le procedure - rivolte soprattutto ai moldavi - per ottenere la cittadinanza romena. Il presidente romeno Traian Băsescu, in un intervento straordinario al parlamento di Bucarest, ha dichiarato che è necessario semplificare le procedure per “riassegnare la cittadinanza romena per chi ne è stato privato abusivamente”. Il giorno dopo, il 15 di aprile, il governo romeno ha adottato una decisione urgente che riduce da sei a cinque i mesi per le procedure di valutazione dei dossier, abolendo poi l’obbligo di conoscere la lingua romena per coloro i cui antenati siano stati privati della cittadinanza romena.
La notizia che il governo di Bucarest ha deciso di semplificare le procedure per ottenere la cittadinanza romena ha prodotto una dura reazione da parte delle autorità moldave, che hanno accusato la Romania di cercare di annettersi la Moldavia spopolandola. Il presidente moldavo Voronin ha dichiarato che se la Romania continuerà a concedere la propria cittadinanza ai moldavi, verrà abolita la doppia cittadinanza, oggi legale in Moldavia.
Mentre la reazione delle istituzioni di Chişinău è stata molto negativa, migliaia di cittadini moldavi si sono affrettati a spedire lettere al consolato romeno e si sono procurati i documenti necessari per avere per la cittadinanza romena secondo i requisiti richiesti.
Richiesta di un intervento internazionale
Come già fatto altre volte, le autorità moldave si sono appellate all'Unione Europea perché punisca Bucarest per la sua politica sulla cittadinanza. Non potendo in alcun modo influenzare la Romania sulla questione, le autorità moldave hanno sempre cercato di coinvolgere le istituzioni europee nel tentativo di ottenere uno stop della UE verso la politica romena della concessione della cittadinanza ai moldavi.
Malgrado la UE, negli anni, si sia espressa con grande prudenza sulla questione, in seguito ai fatti del 7 aprile la presidenza ceca dell'Unione, tramite il ministro agli Affari europei Alexander Vondra, ha espresso preoccupazione sui rischi che possono nascere in conseguenza della semplificazione delle procedure per ottenere la cittadinanza romena.
Altri funzionari dell'UE contattati da “EU Observer” hanno espresso il proprio scetticismo riguardo il fatto che tale procedura venga messa effettivamente in pratica. “E’ solo una proposta, espressione di desideri” ha dichiarato Christina Gallach, portavoce dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune Xavier Solana.
La battaglia sulla cittadinanza romena
Per molti anni la cittadinanza romena è stata considerata da molti moldavi come l’unico modo per avere una vita decente, con standard europei. Il conflitto sul tema non è una novità.
Le autorità moldave, nel passato, hanno a lungo lottato contro “la cittadinanza romena”. Le origini affondano le radici nei primi anni dopo l’indipendenza moldava, quando era ancora attivo il movimento unionista con la vicina Romania.
Come misura per contrastare gli unionisti fu dichiarata illegale la doppia cittadinanza, ma anche così molti moldavi hanno deciso lo stesso di richiedere la cittadinanza romena. L’aspetto ironico è che la doppia cittadinanza è stata introdotta in Moldavia solo dopo l’arrivo al potere dei comunisti, nel 2001. Subito fu evidente che il numero di coloro che desideravano la cittadinanza romena era maggiore di quanto previsto, e tale numero è cresciuto in modo significativo con l’entrata della Romania nell'UE.
In seguito agli eventi del 7 aprile, il presidente romeno Băsescu ha annunciato pubblicamente che al consolato di Chişinău sono giunte circa 650mila lettere da persone o famiglie moldave che desiderano la cittadinanza romena. Il gran numero di moldavi con cittadinanza romena, il numero ufficioso è tra 100 e 200mila, ma soprattutto il numero molto maggiore di coloro che la desiderano, è diventato per le autorità comuniste un problema di sicurezza nazionale.
Nel 2008, quindi, i comunisti hanno iniziato a mettere in atto leggi che limitano, per chi abbia la doppia cittadinanza, la possibilità di essere eletto a determinate cariche pubbliche, compresa quella di deputato al parlamento.
Tale legge è stata fortemente criticata da opposizione e opinione pubblica, ed immediatamente contestata davanti alla Corte europea per i diritti umani. La Corte ha deciso molto rapidamente sulla questione, e il 18 novembre 2008 ha reso pubblica la sentenza di condanna della Moldavia per le restrizioni imposte dalle autorità di Chişinău, dichiarandole non giustificate, sproporzionate ed in violazione sia del 3° articolo del 1° protocollo della Convenzione europea sui diritti umani che del 17° articolo della Convenzione europea sulla cittadinanza.
L’opposizione ha immediatamente cantato vittoria. Il partito comunista al potere ha però ribadito quanto già deciso, annunciando che le restrizioni adottate non saranno abolite.