Un'intervista con Milorad Dodik: la Republika Srpska non si discute, o ce ne andremo dalla Bosnia Erzegovina. Il politico bosniaco affronta poi il caso Srebrenica e i negoziati per l'associazione all'Unione Europea. Nostra traduzione
Da:Oslobodjenje, 13 maggio 2007
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall’Asta
"O la Republika Srpska (RS) viene accettata in Bosnia ed Erzegovina (BiH), o se ne andrà", ha detto il primo ministro della RS, Milorad Dodik, nel corso di un’intervista rilasciata ad Onasa [Agenzia di stampa indipendente bosniaca, ndt]. Tra le altre cose Dodik ha dichiarato che non recederà dalla sua richiesta di ritirarsi dagli accordi sul trasferimento delle competenze al livello statale, che riguarderanno l’area della tassazione indiretta, ma potenzialmente anche il 50 per cento delle leggi imposte dall’Alto rappresentante.
Lei insiste nella sua richiesta che la RS recuperi alcune delle competenze trasferite al livello dello Stato, anche dopo il monito dell’Ufficio dell’Alto rappresentante (OHR) che ciò è legalmente discutibile?
Abbiamo notato che l’OHR ha detto che la questione avrebbe dovuto essere risolta dalla Corte costituzionale della BiH, e su questo ha il nostro appoggio. È vero che ciò è legalmente discutibile, ed è per questo che ci atterremo strettamente alla procedura prevista. In passato il Parlamento della BiH ha emanato leggi sotto l’egida di autorizzazioni d’ogni tipo, obbedendo alle pressioni della comunità internazionale, che si è accanita in particolare sulle competenze della RS! In tutta onestà si dovrebbe vedere che noi vogliamo regolare le relazioni in BiH, anziché criticare immediatamente la nostra proposta come se il suo unico fine fosse quello di rafforzare le Entità. E dopo tutto, perché dovrebbe essere un tabù rafforzare le Entità?
Lei ha annunciato che chiederà il ripristino delle competenze nell’area della tassazione indiretta!
Noi abbiamo perso la nostra fiducia nella struttura della tassazione indiretta, perché nel 2005 ci hanno rubato 30 milioni di KM [marchi convertibili, ndt] e, secondo i nostri calcoli, nel 2006 l’ammontare pagato alla RS è stato decurtato di 6 milioni di KM. L’OHR senza alcuna autorizzazione ha imposto la legge sui tassi garantiti per il distretto di Brcko, che ha gravemente danneggiato il sistema. La riallocazione delle tasse raccolte è una competenza locale, cosicché questo è un altro chiaro esempio di come l’OHR travalichi i suoi poteri. Noi vogliamo avere una nostra contabilità e nostre entrate fiscali separate all’interno dell’ITA [l'autorità bosniaca per la tassazione indiretta, ndt].
Quali altre competenze trasferite sono contestabili?
Io credo che sia artificioso parlare di un servizio amministrativo, come pure di appalti pubblici, a livello di BiH, e abbiamo già avviato dei procedimenti presso la Corte costituzionale di BiH. Stiamo preparando circa 50 disegni di legge per modificare le esistenti leggi promulgate dall’Alto rappresentante, in primo luogo da Paddy Ashdown.
Srebrenica e Bratunac potrebbero alla fine diventare un distretto?
Noi lo diciamo chiaramente: o veniamo accettati in BiH o ce ne andremo dalla BiH. Noi chiediamo che si accetti la RS come una realtà. Noi chiediamo di costruire e migliorare la BiH, oppure ce ne andremo per la nostra strada. La BiH sta diventando un posto in cui noi siamo sempre da biasimare! Su Srebrenica abbiamo detto tutto. Abbiamo domandato che le accuse contro la Serbia fossero ritirate, per evitare problemi in BiH. E ora ciò ha creato problemi. Se oggi in RS fossero al potere certe altre strutture, stando a quel che succede e a quello che arriva dalla Federazione di Bosnia ed Erzegovina – dal Reis-l-Ulema, Silajdzic, Tihic, ecc. – in BiH ci sarebbe il caos. Dirò solo una cosa, che la RS è permanente e indiscutibile all’interno dei suoi confini garantiti da Dayton. E se qualcuno pensa di poter fare uscire Srebrenica dalla RS, allora come mai noi non abbiamo il diritto di pensare che potremmo stare al di fuori della BiH? Io credo che gli stranieri si siano resi conto molto bene di ciò, ed è per questo che hanno rapidamente e chiaramente realizzato che non ci può essere una separazione di Srebrenica.
Non è impossibile per la RS una secessione dalla BiH?
La Costituzione dell’ex Jugoslavia diceva che nessuna provincia o repubblica aveva il diritto di secessione, eppure si è visto quello che è successo…
Sì, ma qui la posizione della comunità internazionale è decisiva.
In 15 - 20 anni la comunità internazionale può cambiare il suo approccio, ed essa sa già che la BiH non funziona e non può funzionare. O la facciamo funzionare, o non ne verrà fuori niente. Questo argomento è tabù? Io non accetto tabù. E se qualcuno vuole creare dei tabù in BiH, un giorno questi gli si rivolteranno contro e gli faranno molto male. Perciò, a dispetto di come mi vede la gente, io non sono un uomo irrazionale che sta guidando questo popolo e questa repubblica verso nuovi problemi. Non ci va bene essere contestati e stigmatizzati tutto il tempo, come fanno a Sarajevo. Noi vogliamo essere parte della BiH e stiamo invitando tutti in BiH a escogitare un sistema funzionale e razionale.
Come si possono sbloccare i colloqui necessari all’implementazione delle riforme richieste? Dovrebbero aver luogo solo nei meeting dei leader dei partiti politici, o in sedi istituzionali del sistema?
Si sa che questo dipende dalla Costituzione, dalle procedure democratiche e dalle relazioni tra le forze politiche interne, e non dagli stranieri, e questo lo hanno detto anche loro altrettanto chiaramente. Per quanto ci riguarda, a noi il Trattato di pace di Dayton sta bene. Io non lo cambierei; lo farei piuttosto tornare alla sua versione originale. In ogni caso, io non sono un sognatore e credo che il sistema necessiti di miglioramenti.
Lei e gli altri rappresentanti della RS cosa farete per compiere progressi concreti nella riforma della polizia e nella cooperazione con il Tribunale penale internazionale (ICTY), come richiesto nella lettera inviata alle autorità della BiH dal Commissario per l’allargamento dell’Unione Europea, Olli Rehn?
Io ricevo circa 1.500 lettere al giorno, e questa non l’ho letta. Capisco le obiezioni di Rehn su questi processi, che sono indiscutibili, come anche il suo desiderio che la BiH abbia una relazione contrattuale con l’UE. Ma io credo che ciò è piuttosto il risultato delle recenti visite del ministro della BiH per gli Affari Esteri, Sven Alkalaj, che probabilmente ha chiesto questa lettera. Credo che Rehn abbia un approccio positivo verso ogni cosa, ma non posso perdermi d’animo per questo. Mi piacerebbe poter arrestare tutti i ricercati stanotte, e sono frustrato di non poterlo fare.