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Lontani da Milk

05.03.2009    Da Belgrado, scrive Danijela Nenadić
Un'immagine tratta dal film Milk
E' il più noto centro congressi di Belgrado. Ed ha vietato una conferenza stampa di un'associazione LGBT parallela alla proiezione del film Milk. "Istituzioni come la nostra servono per organizzare incontri seri”, ha affermato il vicedirettore del Sava Centar. Le reazioni in Serbia
Il Sava Center – centro congressi di Belgrado - ha proibito lo svolgimento di una conferenza stampa dell’organizzazione non governativa Gay-Straight Alliance (GSA) prevista per lo scorso martedì 24 febbraio.

Gay-Straight Alliance aveva fissato la conferenza stampa al Media Center, situato nel Sava Center, in cui avrebbe dovuto presentare il rapporto annuale sulla situazione degli LGBT (gay, lesbiche, bisessuali, transessuali) in Serbia. L’evento avrebbe dovuto tenersi lo stesso giorno della proiezione del film hollywoodiano “Milk”, che racconta la storia del primo politico della California ad aver dichiarato pubblicamente la propria omosessualità.

Il Media center è un’organizzazione che offre servizi completi in ambito di comunicazione, come ad esempio conferenze per giornalisti, presentazioni di rapporti di diverse organizzazioni ed istituzioni, organizzazione di tavole rotonde e dibattiti pubblici, e in Serbia è l’istituzione più ricercata e più conosciuta del settore.

Il vice direttore del Sava Center, Rade Hinić, ha chiesto che la conferenza GSA venisse sospesa. Hinić ha dichiarato che “tematiche su orientamenti sessuali o diversi non lo riguardano, e ritiene che un tale incontro si possa organizzare anche in un altro luogo”. Hinić ha aggiunto che il Sava Center è “un centro congressi molto rinomato”, e “in tutto il mondo tali istituzioni servono per organizzare incontri seri”. Più tardi, Hinić ha raddrizzato il tiro affermando che la conferenza è stata sospesa per motivi di sicurezza. “E’ mia responsabilità tutelare questo luogo, non violo i diritti umani”, ha dichiarato a RTS, emittente nazionale della Serbia. Hinić ha motivato la sua preoccupazione citando i disordini del 2001, quando gli esponenti di un’organizzazione di destra hanno picchiato attivisti LGBT mentre festeggiavano il gay pride.

Fino a poco tempo fa il Media Center affittava i locali del Sava Center. Anche se il contratto è scaduto l’1 febbraio, continua ad organizzare conferenze e tavole rotonde in questo centro congressi fino a quando non si sposterà in una nuova sede. Stando alle parole di Hinić, per via della scissione del contratto, il Media Center è in dovere di informare il Sava Center, proprietario dei locali, di tutti gli eventi che vi si tengono e dei temi degli incontri.

Il Media Center ha dichiarato di aver ricevuto un divieto sulla conferenza GSA dal Sava Center, e ha preso pubblicamente le distanze da questa decisione. Nella dichiarazione ufficiale del Media Center si dice che si tratta di “evidente discriminazione e omofobia”. Si è poi scusato con il GSA per non aver potuto difendere i suoi rappresentanti dalle “più dirette forme di discriminazione e dalla rude violazione dei diritti fondamentali”.

La direzione del Sava Center non si è fatta certo pubblicità impedendo la conferenza. Ricordiamo che a seguito dell’accordo di coalizione dell'attuale compagine governativa, la gestione del Sava Center è in mano ai quadri del Partito socialista serbo (SPS).

Dopo il divieto, il presidente di Gay Straight Alliance Boris Milićević ha affermato che si tratta di un “evento senza precedenti”. GSA ha rilasciato una dichiarazione in cui si “protesta nel modo più fermo contro le posizioni omofobiche del Sava Center nei confronti delle persone LGBT e del loro status, e contro il suo atteggiamento nei confronti della libertà dei mezzi di comunicazione e del diritto di associazione”. Il GSA ha invitato i suoi attivisti via sms e via internet a protestare davanti al Sava Center e qualche centinaio di persone ha raccolto l’invito raggiungendo il centro congressi davanti al quale erano disposti poliziotti pronti a far allontanare i dimostranti. Una ventina di attivisti di GSA, del movimento L’Europa non ha alternativa e della Coalizione contro la discriminazione è riuscito ad entrare nel Centro congressi. Raggiungendo il palco, poco prima dell’inizio del film “Milk”, gli attivisti hanno iniziato ad urlare slogan come “abbasso l’omofobia” e “accendete la luce”. Diverse le reazioni tra il pubblico. Qualcuno ha applaudito, altri erano completamente sorpresi, la maggior parte degli spettatori non aveva idea di quanto stesse accadendo fuori dalla sala.

Non è una novità che in Serbia non ci sia comprensione per i diritti del popolo LGBT. Il primo e unico tentativo di organizzazione il gay pride, nel 2001, è finito nel caos. Molti partecipanti al corteo sono stati picchiati da attivisti di organizzazioni di destra sotto gli occhi della polizia. Da allora, in Serbia, il gay pride non ha più avuto luogo. Esistono, però, diverse associazioni che organizzano conferenze stampa, seminari e tavole rotonde per promuovere i diritti della popolazione LGBT, alcune delle quali proprio nel Media Center, all’interno del Sava Center.

La maggior parte degli organi di stato ha condannato il comportamento della direzione del Sava Center. Il ministero per i Diritti umani e i Diritti delle minoranze ritiene che il direttivo del Sava Center debba dare le dimissioni. In una dichiarazione per il quotidiano serbo Blic, il segretario di stato per questo Ministero, Marko Karadžić, afferma che è “preoccupante che i singoli si pongano al di sopra della Costituzione che garantisce l’uguaglianza dei cittadini. Sono sorpreso che tali posizioni discriminatorie non siano dovute ad un problema di luogo né di sala, ma ad un problema con gli organizzatori. La cosa più corretta dal punto di vista morale sarebbe che rassegnassero le dimissioni, e se non lo faranno allora dovranno essere spostati di incarico”.

Anche il ministro della Cultura Nebojša Bradić ha condannato il gesto del Sava Center, mentre il FEST si è scusato con i partecipanti all’evento, sottolineando che non ha niente a che vedere con questa decisione.

La proibizione della conferenza GSA è stata condannata anche da molti partiti, in particolare dal Partito Liberaldemocratico (LDP), dall’Unione dei socialdemocratici (SDU) e dalla Lega dei socialdemocratici della Vojvodina (LSV).

In questi giorni dovrebbe arrivare la decisione sul direttivo del Sava Center. La pressione sul Partito socialista serbo è notevole, ma nessuno si aspetta interventi radicali. Probabilmente i responsabili terranno per un po' un basso profilo, fino a quando la faccenda non verrà dimenticata, per tornare poi a sbrigare nuovamente i loro “affari quotidiani”. Il sindaco di Belgrado, Dragan Đilas, ha rivolto le sue scuse al GSA. Il presidente dell’organizzazione, Boris Milićević, ha accolto le scuse, ma ha anche aggiunto che non sono sufficienti, perché le responsabilità devono essere affermate pubblicamente.

La conferenza stampa del GSA si è tenuta il 4 marzo al Centro per la decontaminazione culturale. In questa occasione gli attivisti GSA hanno presentato il Rapporto sulla condizione dei diritti dei LGBT in Serbia nel 2008 dal titolo “Questo è il paese per noi”. In queste pagine si afferma che “la Serbia è una società omofobica di violenze sistematiche e discriminazione contro le persone LGBT”. L’indagine dell’opinione pubblica “Pregiudizi sull’apparente - omofobia in Serbia”, condotta per GSA dal Centro per elezioni libere e democrazia (CESID), mostra che quando si parla di questo tema, nella maggior parte della popolazione sono profondamente radicate omofobia, numerosi pregiudizi, grande distanza sociale e generale disinformazione. L’indagine dimostra che il livello di omofobia è più basso tra i giovani di 15-29 anni, e questo lascia uno spiraglio di ottimismo agli attivisti GSA per quanto riguarda il futuro. Secondo i risultati esiste un elevato tasso di violenza nei confronti delle persone LGBT, e un alto numero di attacchi ai loro luoghi di ritrovo.

L’indagine parla di un cambio di atteggiamento delle istituzioni statali nei confronti delle persone LGBT, in particolare del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, che ha accettato la proposta di legge sull’antidiscriminazione presentata dalla Coalizione contro la discriminazione. E’ stata instaurata una buona collaborazione con la segreteria del Mediatore e del ministero per i Diritti umani e delle minoranze, e perfino la collaborazione con la polizia sembra essere un po’ migliorata.

Gli attivisti GSA hanno dichiarato che entro la fine del 2009 verrà organizzato a Belgrado un prossimo gay pride.
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