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Luna di miele

03.08.2009    scrive Nicola Falcinella

Goran Paskaljevic
Il 5 agosto prende il via il Festival di Locarno, poi a settembre il Festival di Venezia. In quest'ultimo ritorno del regista Goran Paskaljevic, con il suo “Luna di miele” coproduzione serbo-albanese
Alla Mostra del cinema di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre, è ritornato Goran Paskaljevic. Una delle voci più intelligenti e sensibili del panorama europeo si presenterà alla regia con “Honeymoons”, la prima coproduzione tra Serbia e Albania.

Una storia d’amore che prova a sfidare gli odi rimasti dopo la guerra e la contesa del Kosovo. Tanto che il cineasta serbo preferisce che si usi il titolo internazionale, anziché la traduzione di luna di miele nei due idiomi che potrebbe rialimentare polemiche sterili.

Un film “sulla maledizione del Kosovo” con un approdo a Bari per l’ottimo regista de “La polveriera”, forse mai abbastanza valorizzato, inserito nella sezione Giornate degli autori – Venice Days.

Per il resto la Mostra di Venezia presenta un programma molto interessante sulla carta, ma solo con qualche frammento di Balcani e dintorni qua e là. Manca soprattutto il bosniaco Danis Tanovic con il suo nuovo film che era dato tra i papabili: dopo l’Oscar le fortune del regista di “No Man’s Land” si sono un po’ appannate.

Il turco di Germania Fatih Akin (“La sposa turca”) concorre per il Leone con “Soul Kitchen”, protagonisti Moritz Bleibtreu e il fido Birol Unel, sempre a cavallo di due mondi e due culture.

In “Orizzonti” ci si attende buone cose da “Francesca” di Bobby Paunescu scelto come film d’apertura della sezione: i film romeni di solito vanno a Cannes o Berlino, che anche Venezia li selezioni è positivo. C’è poi il collettivo “Crush” di cinque dei migliori giovani registi russi: Petr Buslov, Alexei German jr, Boris Khlebnikov, Kirill Serebrennikov e Ivan Vrypayev.

Da parte sua il festival di Locarno che inizia mercoledì 5 fino al 15 agosto (www.pardo.ch) presenta film da tutti gli angoli del pianeta tra i 18 del concorso internazionale (dove manca però l’Italia).

Da segnalare la commedia sulla Grecia attuale delle migrazioni “Akadimia Platonos” di Filippos Tsitos che mette alla berlina i nazionalismi: un ateniese si vede crollare le certezze quando scopre le sue origini albanesi.

Ancora più a fondo nell’attualità va l’altra sezione competitiva “Cineasti del presente” che riunisce 17 lavori (tra le quali “Piombo fuso” di Stefano Savona sull’operazione militare israeliana a Gaza nel dicembre e gennaio scorsi) e c’è il turco “Men on the Bridge” di Asli Ozge. Guerre e dittature, dal Rwanda alla Corea del Nord saranno mostrate anche nella sezione “Ici&Ailleurs”: Hiner Saleem (“Vodka Lemon”) filma in “Après la chute” le reazioni di esuli iracheni a Berlino alla caduta di Saddam Hussein. Lo svizzero d’origine bosniaca Zajid Ibrahimovic, già autore di alcuni cortometraggi notevoli, torna in Bosnia nella casa dei nonni massacrati nel conflitto degli anni ’90 per realizzare “Custodi di guerra”.

Tra i giurati a Locarno da segnalare la presenza del romeno Adrian Sitaru (ha debuttato lo scorso anno nel lungometraggio con il polanskiano “Hooked”) che valuterà i corti dei “Pardi di domani” tra i quali c’è in lizza il suo connazionale George Chiper con “Palmele”.
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