Presidenziali serbe: il voto in Kosovo
23.01.2008
Da Kosovska Mitrovica,
scrive Tatjana Lazarević
Per le presidenziali serbe si è votato anche in 23 comuni del Kosovo. Con un affluenza del 49,30%. In testa il radicale Nikolic, Molto più indietro il presidente uscente Tadic. Dati e percentuali dei seggi kosovari nella cronaca della nostra corrispondente
L’affluenza da record alle elezioni presidenziali serbe ha confermato le precedenti stime degli analisti che ritenevano queste elezioni decisive, innanzitutto a causa dell’influenza che esercitano sul futuro del paese, nel contesto delle sue relazioni diplomatiche col resto del mondo. La Commissione elettorale della Repubblica (RIK) ha comunicato che sulla base del 98,96% delle schede scrutinate, alla presidenziali ha votato il 61,27% degli aventi diritto.
Secondo la stessa fonte, il candidato del Partito radicale serbo, Tomislav Nikolic, ha ottenuto 1.635.666 voti (39,96%), mentre il candidato del Partito democratico, Boris Tadic 1.449.353 voti (35,41%). Come previsto, saranno loro a confrontarsi al secondo turno delle elezioni.
In Kosovo e Metohija, delle 112.861 persone iscritte nei registri elettorali, secondo i dati fino ad ora a disposizione, hanno votato 55.649 elettori (49,30%). I cittadini della provincia potevano votare in 23 comuni, nei 277 seggi elettorali a disposizione.
Il leader dei radicali, Tomislav Nikolic, ha ottenuto 30.730 voti (55,22%). Boris Tadic ha ottenuto 13.238 voti (23,79%). Seguono: Velimir Ilic (10.49%), Milutin Mrkonjic (7,22%), Milanka Karic (1,31%), Cedomir Jovanovic (0,46%), Marijan Risticevic (0,22%), Jugoslav Dobricanin (0,21%) e Istvan Pastor (0,11%).
In percentuale Nikolic ha ottenuto il maggior sostegno nel comune di Novo Brdo (67,44%), dove è stata registrata l’affluenza record del 90,85% di voti dei 994 iscritti.
Boris Tadic ha ottenuto invece la percentuale più alta (76,23%) a Gora, luogo in cui da secoli abitano i Gorani, musulmani slavi, ma l’affluenza in questo comune è stata del 11,24%. Interessante che in questo comune, per la prima volta dopo il 1999, sono state organizzate le elezioni della Repubblica della Serbia. Tadic ha vinto inoltre nel comune di Klina (40,91%), con un’affluenza del 36,32%.
In sette comuni dell’area kosovara, dei quali il maggiore è Pristina, che fino al 1999 era la sede amministrativa e politica dei serbi kosovari, ha votato il 49,14% degli elettori, e si tratta di 5.085 voti sui 10.347 complessivamente registrati.
In questi comuni, Tomislav Nikolic ha ottenuto il 63,09% (3.208 voti), Boris Tadic il 18,78% (955 voti).
Nel Kosovo settentrionale, ossia nei quattro comuni a nord del fiume Ibar, diritto di voto lo hanno avuto in totale 44.211 elettori, mentre i votanti sono stati 21.328.
A Kosovska Mitrovica, che dal ’99 è diventata il nuovo centro amministrativo e politico dei serbi del Kosovo, la statistica elettorale indica che l’affluenza è stata inferiore (30,52%) della media nazionale (61,27%). Anche qui Nikolic ha ottenuto un’indubitabile vittoria sul presidente uscente, con il 61,52% contro il 24,10% di Tadic.
Nel comune limitrofo di Zubin Potok, Nikolic ha perso contro il candidato di Nova Srbija, Velimir Ilic, con 33,75% contro il 50,20% a favore di Ilic.
Tomislav Nikolic in Kosovo e Metohija ha vinto in 20 comuni sui 23 in cui si votava.
Nonostante i candidati alla presidenza nella provincia abbiano ottenuto un risultato proporzionale a quello ottenuto a livello della Repubblica, il leader dei radicali si distanzia dall’attuale presidente serbo di 31,43 punti percentuali, il che è molto superiore alla media nazionale, che invece segna una differenza del 4,55%. Inoltre, l’affluenza in Kosovo e Metohija è stata di circa il 12% più bassa della media nazionale.
I motivi possono essere ricercati nelle liste elettorali non aggiornate, sulle quali si trovano ancora i nomi di molte persone morte, elettori non più residenti e pure elettori di nazionalità albanese. Facendo un esempio, nonostante domenica 20 gennaio, fosse evidente che i cittadini di Kosovska Mitrovica sarebbero andati in massa alle urne, in questa città dei 19.318 elettori registrati, hanno votato 5.896 elettori cosa che, secondo il numero degli iscritti, è pari al 30,52% degli affluenti alle urne. Sui registri elettorali si trovano anche diverse migliaia di elettori di nazionalità albanese, con residenza nella parte settentrionale di Kosovska Mitrovica, compresi quelli che hanno lasciato i propri appartamenti durante e dopo i bombardamenti. Ricordiamo che gli albanesi kosovari sin dagli anni novanta boicottano le elezioni che organizza la Serbia.
A seguito della migrazione degli abitanti avvenuta nel 1999 e a seguito del significativo numero di sfollati, si è giunti anche ad un frequente cambiamento del luogo di residenza degli elettori e questi dati non si applicano in tempo alle liste elettorali, quindi ci sono potenziali elettori che non sono registrati nel luogo esatto.
Esiste anche un determinato numero di cittadini la cui residenza è registrata sul territorio del Kosovo e Metohija, compresi anche i cittadini recentemente dichiarati, e che invece vivono fuori dalla provincia. Nella sola Mitrovica si stima che ufficiosamente ce ne siano circa 400.
Infine, il pessimismo, l’apatia e la frustrazione dei serbi del Kosovo, a seguito della complicata situazione politica, influiscono ulteriormente sull’astensione e sull’indecisione degli elettori.
Se si fa eccezione per le liste elettorali non aggiornate, il voto nella provincia si è svolto senza grandi problemi.
Il membro della commissione elettorale comunale del seggio 7, nel quartiere di Partizansko Brdo a Kosovska Mitrovica, Acko Milic, che segue le elezioni dal 1999, dice ad Osservatorio che è dal 1999 che in questo seggio non c’era un’affluenza così alta.
Milic afferma che durante il voto in questo seggio elettorale non ci sono state irregolarità, eccetto l’episodio di un elettore che ha dichiarato pubblicamente per chi votava, segnando il candidato radicale davanti ai membri della commissione elettorale.
Domenica a Mitrovica era evidente un'atmosfera particolare dovuta alle elezioni: per le vie, nei bar e nei ristoranti. Alcuni simpatizzanti e membri del Partito democratico della Serbia pubblicamente esprimevano la loro intenzione di appoggiare il leader dei radicali, Nikolic, trasgredendo quindi alle indicazioni che pervenivano dalla loro sede centrale di Belgrado.
Ricordiamo che il Partito democratico della Serbia, guidato dal premier Voijslav Kostunica, ha appoggiato ufficialmente il candidato presidenziale del partito Nova Srbija, Velimir Ilic.
L'appuntamento elettorale era stato preceduto dalle dichiarazioni dei rappresentanti dei serbi del Kosovo a favore di alcuni candidati alla presidenza.
Milan Ivanovic, leader del Consiglio nazionale serbo per il Nord del Kosovo e Metohija, l’associazione politica di maggior influenza nel Kosovo settentrionale, ha offerto apertamene il proprio sostegno a Tomislav Nikolic. Egli si è rivolto alla massa durante il meeting finale dei radicali il 16 gennaio scorso a Kosovska Mitrovica, insieme a Nikolic e ad altri membri di questo partito.
Reagendo a questa mossa dei serbi del nord, il Consiglio nazionale serbo del Kosovo e Metohja, organizzazione che raggruppa i serbi a sud del fiume Ibar, nel suo comunicato stampa ha criticato la posizione del leader del Nord. La rappresentante di questo Consiglio, Rada Trajkovic, ha offerto il proprio appoggio al candidato Boris Tadic.
Come atteso, i membri del Partito democratico, guidati dal leader della provincia Goran Bogdanovic, hanno appoggiato l’attuale presidente della Serbia. Ai sostenitori di Tadic si è aggiunto anche l’ex leader più influente dei serbi del Kosovo del Nord, Oliver Ivanovic, il quale alla vigilia delle elezioni, ha detto che in caso di vittoria di Tomislav Nikolic “è certo che la questione sullo status del Kosovo e Metohija verrà risolta con procedura accelerata”.
Dopo il primo turno delle presidenziali, nelle prime dichiarazioni in Kosovo, i membri del Partito radicale serbo non nascondono la soddisfazione per l’altissima percentuale di sostegno ottenuta dal leader radicale nella provincia, e sono convinti della vittoria al 3 febbraio.
Il leader dei serbi del Nord, Milan Ivanovic durante la sua prima reazione in pubblico, ha dichiarato alla radio locale Kontakt plus che il Consiglio nazionale serbo ha già dato il suo pieno appoggio a Tomislav Nikolic. “Questo sostegno nemmeno questa volta mancherà. E al secondo turno mi aspetto che sia anche superiore”, ha dichiarato Ivanovic.
Dall’altra parte, i rappresentanti del Partito democratico esprimo anch’essi soddisfazione per il fatto che il loro candidato a queste elezioni ha ottenuto nella provincia una percentuale decisamente più alta che alle precedenti elezioni.
Il membro dell’organo operativo della Commissione elettorale repubblicana per il Kosovo e Metohija e da tempo membro del Partito democratico (DS), Nikola Kabasic, ha dichiarato a Osservatorio che si aspetta che al secondo turno di elezioni presidenziali trascorra tranquillamente.
“Mi aspetto che tutto vada come deve, soprattutto che non ci siano incidenti. Mi aspetto la vittoria della democrazia, e che Tadic aumenti il suo consenso”, afferma Kabasic.
Alla richiesta di fare una stima sui voti per Tadic al secondo turno, Kabasic afferma: “Credo che il numero dei sostenitori di Tadic aumenti anche in Kosovo. Mi aspetto i voti di quelli che non hanno votato. Ci sono parecchi elettori indecisi, e anche quelli che non voterebbero per il Partito radicale, che tradizionalmente gode di elettori ben disciplinati e sicuri. Però, mi aspetto soprattutto i voti dei partiti membri della coalizione di governo”.
Sul versante opposto, i leader dei kosovaro albanesi affermano che le elezioni serbe non li riguardano e che non intralceranno i piani per la dichiarazione di indipendenza.
Come annunciato dai media elettronici kosovari, il presidente del Kosovo Fatmir Sejdiju ha detto che i cittadini della Serbia hanno il diritto di eleggere chi vogliono e in cui hanno più fiducia, ma il Kosovo ha una sua strada e una sua visione, e questa è l’indipendenza.
Durante la campagna elettorale delle presidenziali serbe, i portavoce della comunità internazionale, in particolare UNMIK e OSCE, hanno dichiarato che la comunità internazionale “non sosterrà né ostacolerà lo svolgimento di queste elezioni”.
La polizia kosovara ha prestato servizio di sorveglianza per le elezioni. Non sono stati registrati incidenti.
Per la prima volta dopo il 1999 si è giunti alla consegna del materiale elettorale da parte della Commissione elettorale della Repubblica (RIK) tramite gli organi operativi per tutta la provincia sul territorio del Kosovo. Fino ad ora il materiale elettorale veniva ritirato a Raska, una piccola città della Serbia che si trova nelle vicinanze della linea amministrativa tra la Serbia e il Kosovo settentrionale. L’accordo sul trasferimento del materiale elettorale dalla Serbia centrale in tutti luoghi del Kosovo e Metohija è stato raggiunto durante la riunione nella parte meridionale di Mitrovica, tra i rappresentanti della Commissione elettorale della Repubblica e l’amministrazione UNMIK.
Nel frattempo proseguono i preparativi per il secondo turno elettorale.