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Elezioni amministrative in BiH, un’analisi

05.10.2004    Da Zenica, scrive Esad Hećimović

Solo il 46% dei Bosniaci sono andati a votare. Tengono i Socialdemocratici a Sarajevo e Tuzla, ma avanzano i partiti nazionali. Vittorie Sda nei cantoni Zenica-Doboj e Bosanski-Podrinjski (Goražde), primo cittadino dell’Sdp a Bihać. Sul filo del rasoio il risultato di Brčko. Vince a Banja Luka e Trebinje il candidato di Dodik (SNSD). Mostar si conferma città divisa, ma l’HDZ catalizza meno che in passato il voto dei Croato Bosniaci


I risultati delle elezioni comunali in Bosnia Erzegovina (BiH) hanno confermato, perlopiù, l’annunciata bassa affluenza degli elettori e la vittoria dei partiti nazionali. Tutti i partiti politici proseguono nell’interpretare i primi risultati elettorali come vittoria personale, ma i trend generali dicono tutt’altro.

Dopo che l’SDP BiH (Partito Socialdemocratico, ndt) e lo Stranka za BiH (SBiH, Partito per la Bosnia Erzegovina, ndt) sono stati i maggiori vincitori alle elezioni locali del 2000, adesso gli elettori scontenti di questi due partiti si sono astenuti pure dall’andare a votarli. Alle elezioni locali del 1997 aveva votato l’86% degli elettori iscritti, alle successive elezioni dell’aprile 2000 il 66%, mentre adesso si è recato alle urne solamente il 46% degli elettori. La caduta del numero di elettori rappresenta proprio la nuova stabilità in BiH, perché le analisi del 1997 hanno mostrato che allora i cittadini avevano votato prevalentemente per le questioni legate alla sicurezza, in una atmosfera decisamente paurosa dopo la guerra che ha diviso etnicamente numerosi comuni della BiH.

Adesso evidentemente la sicurezza non è più una priorità per gli elettori, e i partiti politici esistenti e i candidati proposti non sono stati un sufficiente motivo per l’affluenza alle urne. I sondaggi mostrano che la maggior parte dei cittadini è scontenta della assenza di veri cambiamenti nella società dopo sette tornate elettorali in nove anni dopo la guerra.

Le elezioni sono trascorse innanzitutto all’insegna dei conflitti intra-nazionali per il primato politico. Si è trattato della lotta per i voti dei Bosgnacchi, Serbi, Croati e non per i voti dei cittadini sulle questioni di fondamentale importanza per le singole comunità locali. I partiti nazionali SDA (Partito dell’Azione Democratica, ndt), HDZ (Unione Democratica Croata, ndt) e SDS (Partito Democratico Serbo, ndt) ribadiscono di essere ancora i partiti più forti nella maggior parte dei comuni in cui loro, dicono, rappresentano la maggioranza dei rispettivi popoli.

Obiettivo principale dell’SDA è stato la lotta per il ritorno nei grandi comuni, dove quattro anni fa vinse l’SDP, a partire dai quattro comuni della città di Sarajevo. Alle elezioni locali vengono eletti i consiglieri e i sindaci di questi quattro comuni di Sarajevo, i quali eleggono poi il Consiglio comunale che a sua volta elegge il sindaco della città.

Nella struttura nazionale della città di Sarajevo si considera che ora i Bosgnacchi siano il 78% della popolazione. Con la divisone seguita alla guerra, nella Federazione è rimasto circa il 65% del territorio della Sarajevo di un tempo, e nella Republika Srpska (RS) circa il 35%. La maggior parte della popolazione è rimasta nella parte federale, mentre nella parte di Sarajevo in RS è rimasto circa il 5% della popolazione di un tempo. La parte federale di Sarajevo è organizzata come una città di quattro comuni, mentre il cantone di Sarajevo ha nove comuni. La maggior parte del potere è concentrato nel cantone, mentre il consiglio comunale e il sindaco rimangono senza poteri effettivi.

L’SDP aveva perso il potere del cantone di Sarajevo già alle elezioni dell’ottobre 2002. Ora, la lotta si è svolta per i quattro comuni di Sarajevo, nei quali erano al potere i leader dei partiti guidati dall’ex ministro degli esteri della BiH, Haris Silajdžić, del Partito per la Bosnia Erzegovina, e da Zlatko Lagumdžija, del Partito Socialdemocratico.

L’SDA ha vinto nel comune Stari Grad (Centro storico), dove il sindaco era dell’SBiH, ma i candidati dell’SDP hanno vinto nei restanti tre comuni. Le analisi dei risultati mostrano che il bacino elettorale dell’SDA è rimasto numericamente pressoché invariato rispetto a quattro anni fa, o è aumentato di poco mentre l’SBiH e l’SDP hanno vissuto una grossa perdita di consensi.

Sulejman Tihić, presidente dell’SDA ha tentato di interpretare i risultati delle elezioni in questi comuni di Sarajevo come un grande aumento dell’appoggio all’SDA e una grande caduta dell’SDP, ma questo è vero solo se si guardano le percentuali. Quando si analizza il numero dei votanti, si vede che l’appoggio all’SDA non è aumentato significativamente, e poi che un cospicuo numero degli elettori di un tempo dell’SBiH e dell’SDP comunque non è andato a votare.

L’SDA è tornato al potere nella parte più grande del cantone di Zenica-Doboj e nel cantone Bosanski-Podrinjski, con base a Goražde. Dopo le scorse elezioni del 2000 in questi due cantoni ci sono state importanti basi d’appoggio all’SDP. A Zenica ha vinto in modo netto il candidato dell’SDA Husejin Smajlović, mentre l’SDA ha convinto anche a Zavidovići e a Maglaj. Il candidato dell’SDP per il sindaco di Kakanj è davanti al candidato dell’SDA per un centinaio di voti, mentre l’SDA si è assicurato la maggioranza nel consiglio comunale di Kakanj.

A Tuzla il sindaco che fino ad ora era in carica, Jasmin Imamović, ha vinto in modo convincente nella lotta per il primo cittadino, ma l’SDP ha subito una perdita di voti nella lotta per il consiglio comunale. L’SDP ha ottenuto la poltrona di sindaco a Bihać, ma l’analisi mostra che in quel comune gli elettori hanno penalizzato di più l’SDA piuttosto che aver aumentato l’appoggio all’SDP.

È di particolare interesse il numero dei voti delle elezioni per il Consiglio del Distretto di Brčko, perché lì secondo i primi risultati l’SDS ha solo sette voti di più dell’SDP. Se l’SDP, però, dovesse ottenere il posto di sindaco di Brčko, allora sarebbe la vittoria più importante di questo partito alle elezioni locali, perché si tratterebbe di vedere come lì l’SDP intende profilarsi: come il più importante partito bosgnacco oppure se riuscirà ad attraversare la soglia di un partito multi-nazionale, sia per la composizione dei membri che per il sostegno elettorale.

In Republika Srpska il maggior guadagno lo ha ottenuto il Partito dei socialdemocratici indipendenti di Milorad Dodik, ma l’SDS rimane ancora il partito politico più forte di questa entità della BiH. Il candidato dell’SNSD per il sindaco di Banja Luka e sindaco uscente Dragoljub Davidović ha ottenuto il 67% di voti, mentre la candidatura del suo rivale più importante Ljubiša Kragulj, appoggiato da otto partiti, compreso l’SDS, è stata invalidata mediante una decisione della commissione elettorale. La decisione è stata resa nota una ventina di giorni dopo che Kragulj durante una trasmissione televisiva ha fatto uso dell’”hate speech” (discorsi connotati da odio nei confronti di altre comunità nazionali o avversari politici, ndt). Ljubiša Buco Kragulj ha detto alla SRNI che la sua candidatura è stata annullata “perché ha toccato la mafia che è legata con una parte della comunità internazionale”. “A capo di questa mafia c’è Milorad Dodik, che è appoggiato dai media che fanno parte di questa mafia, e questi sono l’Alternativna televizija, ‘Nezavinse novine’ e la Radio Televisione della Republika Srpska”, ha detto Kragulj.

Kragulj ha ottenuto un numero decisamente inferiore di voti rispetto a Davidović, così che le lamentele dell’SDS in questo caso sono del tutto irrilevanti. I dati sulla caduta dell’appoggio all’SDS sono illustrati nel migliore dei modi dalla vittoria del partito di Dodik, l’SNSD a Trebinje, ma il significato di questo aumento di sostegno all’SNSD deve essere ancora rivelato. Nella serie di apparizioni pre elettorali, in particolare nella parte orientale della BiH, Dodik ha sottolineato la questione nazionale lottando per i voti più come un nazionalista che come un socialdemocratico. Una lotta particolarmente accesa c’è stata a Zvornik, dove a causa di incidenti ci sarà una nuova votazione in alcuni seggi elettorali. Fino ad ora a Zvnornik c’era al potere il Demokratski narodni savez (Unione popolare democratica), ma adesso ha vinto Budimir Aćimović, candidato del Partito socialista della RS, appoggiato da sette partiti, compreso anche l’SDS e l’SNSD di Milorad Dodik. Durante la campagna a Zvornik, Dodik ha affermato di essere in coalizione solo con i socialisti, di cui è candidato Aćimović e non anche con gli altri partiti che lo hanno appoggiato.

Sul versante croato della scena politica in BiH si evidenzia una perdita di consensi per la HDZ, ma questo partito rimane pur sempre il partito politico croato più forte in BiH. A Mostar è stato evidente che le elezioni hanno confermato la divisione etnica nella sua riva sinistra e destra, parte orientale e occidentale. La HDZ, in coalizione con i partiti politici croati, è probabilmente il partito vincitore con la maggioranza dei voti nelle tre sezioni della città in cui i Croati sono la maggioranza degli abitanti e il relativo vincitore a livello dell’intera città. L’SDA ha vinto in tre parti della città dove i Bosgnacchi sono in maggioranza e ha ottenuto il secondo posto a livello dell’intera città. Il Partito per la BiH (SBiH) ha ottenuto il terzo posto a Mostar, ma probabilmente è il perdente maggiore di queste elezioni locali.

Nei luoghi a maggioranza croata come Široki Brijeg o Orašje, alle estremità opposte della BiH, la HDZ è ancora il partito più convincente dal punto di vista elettorale sia di fronte alla caduta di consensi che al sempre più alto numero di voti per i partiti croati di opposizione, quali Narodna stranka Radom za boljitak, guidato dalla famiglia proprietaria della industria di carne Lijanović (Široki Brijeg), o Nova Hrvatska Inicijativa e Hrvatska Seljačka Stranka. La HDZ continua ad affermare di essere “l’unico legittimo rappresentante del popolo croato in BiH”, come ha annunciato il suo portavoce Miro Ćiro Pavlović. Quest’ultimo ha dichiarato che la HDZ manterrà sia i sindaci che la maggioranza nei consigli comunali di Orašje, Domaljevac-Šamac e Odžak, e la poltrona di sindaco di Žepče. Secondo le sue parole, nel cantone di Zenica-Doboj la HDZ ha mantenuto i sindaci di Žepče, Kiseljak, Kreševo, Busovača, Vitez e Jajce.

Un risultato favorevole la HDZ lo attende pure a Kupres, Livno, poi a Grude, Posušje, Široki Brijeg, Ljubuško, così come a Stolac, Neum, Ravno, Čapljina, Čitluk, ecc.” ha aggiunto Pavlović.

Così che dopo la riuscita temporanea dell’Alleanza dei sette partiti moderati, guidati dall’SDP, alle locali elezioni dell’aprile 2000 e le elezioni comunali dell’ottobre 2000, queste elezioni locali hanno restituito i processi politici in BiH al consueto corso delle politiche nazionali.

Vedi anche:
Elezioni municipali in Bosnia Erzegovina
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