La sua tragica incompetenza e il suo gigantesco entusiasmo hanno portato Adnan Terzic in una situazione, a prima vista, paradossale: proponendo le proprie dimissioni, cerca ad ogni costo di conservare la sua poltrona di presidente del Consiglio dei Ministri della Bosnia Erzegovina
Adnan Terzic (a destra) con il Segretario Generale della Nato
Di: Senad Pecanin, Dani, Sarajevo, 12 novembre 2004
Traduzione dal francese (Le Courrier des Balkans) a cura di Osservatorio sui Balcani
Nei giorni scorsi in Bosnia Erzegovina è stata introdotta l’iva su tutti i beni al 17%, in accordo con le proposte di Fondo Monetario, Banca Mondiale e Unione Europea. La aliquota unica inciderà in uguale misura su tutti i beni, da quelli di più largo consumo a quelli di lusso. La manovra, riuscita, è stata possibile solo dopo la minaccia di dimissioni ad opera del Primo Ministro Adnan Terzic, che ha posto la fiducia sulla proposta per superare la ostilità del Parlamento, che aveva proposto due aliquote differenti (0 e 17%). Proponiamo il caustico commento sulla vicenda del sarajevese Dani, scritto nel pieno della crisi
E’ difficile indovinare se Terzic creda davvero nei mantra che gli sono stati suggeriti dai rappresentanti della comunità internazionale in Bosnia Erzegovina, oppure se si accontenta di eseguire i loro ordini alla cieca.
L’idea che l’insieme delle riforme dipenda dalla decisione sulla imposta unica che i Bosniaco Erzegovesi dovranno pagare per il pane, lo zucchero, l’olio, i libri di testo, la Coca Cola, le Nike e le Audi è altrettanto fondata di quella che vorrebbe che le ricette per la transizione proposte da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale tenessero conto delle categorie più svantaggiate della popolazione dei Paesi sfortunati. Quelli che sanno di cosa si tratta, quando si parla delle ricette basate sul consensus di Washington, sanno anche che qui si tratta solamente di serrare la morsa su quelli che, già adesso, fanno fatica a respirare nella miseria in cui vivono da anni.
La cosa di cui Adnan Terzic sicuramente non è al corrente è che, se il Parlamento nazionale cede sotto questa pressione, la prossima volta gli Dei della transizione rivendicheranno la soppressione del riscaldamento gratuito per i pazienti degli Ospedali, così come del congedo di maternità pagato per le donne che lavorano. Naturalmente, anche in quel momento l’avvenire di tutte le riforme dipenderà di nuovo dalla esecuzione di queste richieste. L’incompetenza di Adnan Terzic e la sua incapacità di comprendere che si sta misurando con problemi che superano di gran lunga il suo sapere, le sue competenze e la sua esperienza è a volte toccante, quasi simpatica. Tuttavia, ciò che ripugna in questa faccenda, è la leggerezza con la quale egli mostri apertamente e senza ritegno che, per mettere pressione sulla approvazione della imposta unica sul valore aggiunto, abbia atteso che passassero le elezioni amministrative. “Avete fatto il vostro dovere, animali di elettori, e ora me ne frego completamente se dovrete, con gli stessi salari e le stesse pensioni, mangiare un quinto di pane in meno”, sembra rimuginare Terzic nella sua testa.
Quale che sia l’esito della agitazione creatasi intorno alle sue dimissioni, è certo che il «Primo Ministro» della Bosnia Erzegovina era esattamente quello che il Paese meritava. Per dirlo in parole povere, Adnan Terzic e questo Paese viaggiano insieme come una mano e il suo guanto.